Un rapporto conflittuale

Arriva l’estate, la nonna va in villeggiatura. “Randa, sei grande abbastanza, pensaci tu a cucinare pranzo a papa’”. 12 anni ? Va bene. A quei tempi ricamavo pure. C’era speranza.
Che figo, ho pensato, la responsabilita’ !  Ingenua.

Prima volta. Risotto.
Lui: “Mmm.. forse l’hai cotto un po’ troppo…”
Randa: “Ma no, l’ho scolato dopo 20 minuti…”
Lui: “Come scolato ????”
Guarda il lavandino, vede uno scolaPASTA eppure sta mangiando RISO. Inizia a scuotere la testa rassegnato, espressione che gli rivedro’ dipinta in volto in ben altre occasioni, e si chiude in un : “Ma tu imparare qualcosa da tua madre, mai ?”
Alla fine della settimana le cose andavano gia’ un po’ meglio, un po’.
Lui: “Randa, ma c’e’ la bottiglia del rhum vuota.. e anche il maraschino e’ agli sgoccioli: ora, prima che io diventi alcolista, ti dispiace scegliere ricette senza liquore ? Vada che devo dimenticare il riso, ma la cirrosi epatica non aiuta…”
Beh, subisco il fascino delle ricette alcoliche che male c’e’ ? Finita l’estate, rientra la nonna, ed io sono esonerata, con gran gioia di quel pover’uomo.
Mia madre, gran donna (una delle poche donne che se le chiedi “Ma col senno di poi, ti risposeresti ?” Ti guarda sbacalita e risponde “si, certo..”) ha fatto in modo che non la rendessi vedova limitando il numero di pranzi che richiedevano la mia collaborazione, per quell’estate e gli anni a venire.

Finalmente ho casa mia. Gli spazi miei, la mia cucina (pagata un ciulo, che adoro pur non sapendo cucinare). Invito i genitori, che timorosi accettano. E’ piu’ una sfida che un invito. Pollo all’arancia il menu’.
Arriva la portata in tavola:
Randa : “Pa…”
Lui: “Prima mamma…”
Lei “Si, ma poco.. ”
Randa: “Ma minkia, viva la fiducia…”
Lei: “No no, e’ perche’ ho fatto merenda da zia…”
Facciamo finta di crederci
Lui: “Hai scolato anche questo come il riso ? ”
Randa: “Passano gli anni, ma sei simpatico uguale…”

Sono sopravvissuti, ma adesso quando mi vengono a trovare mia madre porta roba gia’ pronta: “sei sempre di fretta tu, cosi’ ti vengo incontro!!”. Faccio finta di crederci. Per un natale mia madre mi regala il Bimby, quel robottino da cucina, come dire “Se non credi nei miracoli, fatti aiutare dalla tecnologia”. Questo era anni fa. L’ ultimo regalo di mia madre e’ un grembiule con su scritto “Non so cucinare, ma ci provo”.

Convivenza. Si esce a cena un giorno si’ ed uno no. Parli con le amiche.
Amica: “Davvero ti porta a cena fuori cosi’ spesso ?”
Randa: “Si’, che c’e’ di male ? ”
Amica: “Beh, o e’ un gentiluomo di altri tempi, o tu cucini davvero da schifo! ”
Temo di sapere la risposta, non mi sono mai piaciuti i gentiluomini di altri tempi….

Ma io sono dell’ idea che tutti possano imparare, basta volerlo e mettersi d’impegno. Le maghe della cucina dicono che cucinare rilassa. Si, se poi qualcuno pulisce dopo di te. Quando cucino io c’e’ macello ovunque: avete presente la pubblicitá della tizia che sbatte la cotoletta fuori dalla finestra ? Ecco, io non ho la finestra dietro i fornelli: traete le dovute conclusioni. Comunque a tratti cucino bene. A tratti.

Uomo a cena. Pasta ricotta e zucca, una delizia. Ho dimenticato il sale: una merda!
Randa: “Minkia, mi spiace.. eppure c’e’ stato un periodo che ero davvero brava in cucina ..”
Lui: “Gia’, perche’ hai smesso ? ”
Non sai se ridere o smadonnare, ridi e offri il pusa cafe’ per dimenticare …

Randagia, che ha un rapporto conflittuale con l’arte culinaria