Strade Bianche

Da brava barotta, non attraversi spesso l’italia da nord a sud, in auto. L’hai fatto una volta, ad Agosto, e ti è bastato. Invece qui te lo fanno sembrare anche un viaggio affascinante. Senza le code ai caselli, senza le autostrade proprio. E d’inverno, forse sta lì la differenza. Forse no.
Tre amici, tre anime in pena per un motivo o per l’altro, si fanno un Torino-Bari su una punto sgarruppata. Che ti chiedi poi perchè l’attraversano su una punto, quando in copertina c’è una cinquecento. Licenza poetica.
Sparsi qua e là tra le pagine riferimenti a posti che hanno segnato la tua vita: l’estate a Senigallia, dove si è formata l’unica coppia di cui sei stata testimone all’altare, le affascinanti spiagge di Tulum, dove un’amaca è meglio di qualunque cinque stelle, il Gargano, una delle tue peggio vacanze, ma in uno dei meglio posti.
Il tutto intercalato con dialoghi non troppo intellettuali, che ti rubano un sorriso.
“Ti va un cocktail?”
“si, ma niente vodka, mi fa male alle gambe”
“oh, ti si gonfiano?”
“no, mi si allargano”

Perchè poi in fondo è così, cosa cerca una donna in un uomo? Un cocktail. Tre quarti di ragioniere, un quarto di sognatore. Per l’esecuzione passo passo, leggetevi il libro.

Randagia, persa sulle Strade Bianche di Enrico Remmert