Quaranta anni e sentirli tutti

“Un caffè normale e un dec, grazie!”

“Il dec non ce l’abbiamo, se vuole glielo faccio un po’ lunghetto”

Anche se lo allunghi, o la socia se ne beve solo metà o la caffeina sempre quella è. Ma non te lo diciamo.

“Ok, uno normale e uno lunghetto, grazie”.

Al momento di pagare la butti lì “Allora pago solo quello normale, perché l’altro era omaggio, no?” E questo invece risponderti con il meritato “Mi spiace, qui non si fanno sconti alle facce da culo”, o ancora peggio con il sorriso indifferente del barista che avrebbe dovuto scegliere un altro mestiere, ti stupisce con “Certo, eravamo rimasti d’accordo così, no?”. Bravo, sto posto è un monolocale, dove una versione ingrandita, ma di poco, del tavolino Lack funge da palcoscenico, ma con una risposta così io ci torno. O almeno è molto probabile che io ci torni. L’espressione scazzata del “Ho dovuto sganciare i 10 euro della tessera Arci per vedermi un cabaret in questo monolocale” inizia a svanire, complice l’aria rilassata e allegra dei suoi frequentatori, che sembrano conoscersi tutti, come una grande famiglia. E infatti sono una grande famiglia, quella di Cristiana Maffucci, la comica che stasera sale sul Lack. Un accompagnamento musicale demenziale e simpatico accoglie l’ingresso di questo donnino calabro che ha trovato felice adozione in terra sabauda. E ti racconta i suoi 40 anni, che poi quaranta non sono, ma lo spettacolo fa cifra tonda: 40 anni e sentirli tutti. Le battute sono ironiche e intelligenti, capaci di coinvolgere il pubblico, anche se piemontese. La mimica e le movenze di Cristiana decisamente notevoli, che ti chiedi se tutti quelli che pesano 20 chili bagnati si muovano così, o se questa ci metta del suo. Quando esci, manco più ti ricordi che questa è stata una settimana massacrante…

Randagia, che fare la tessera Arci a Gennaio e non a Novembre è già una mossa furba