Trilogia di un bancomat – capitolo 2

Voglio uno sportello bancomat anti-privacy

Carta bloccata, clonazione accertata. Serve denuncia per ottenere rimborso. Serve denuncia per denunciare la cosa. Già, ma avevo già denunciato. Pazienza, rifacciamo.
Atteggiamento impressionante. “Tranquilla signorina le ridanno tutto. Tranquilla signorina, tanto sono assicurati. Succede spessissimo, prima di più, proprio lì dove dice di aver prelevato lei”. Riporto i miei sospetti sul benedetto sportello e lui ti precisa che non serve a niente inserirli nella denuncia, tanto le banche sono assicurate. Ma caro omino in divisa, sei consapevole che qui i problemi sono due? Non è solo che io non ho più i miei soldi, è anche che là in giro c’è un truffatore e tu caro omino non ti stai sbattendo neanche un po’ a cercare di beccarlo “Tanto le assicurazioni pagano, tranquilla! “. Ah si? Tanto pagano? Allora perchè non fai che castrarti? Tanto tua moglie un figlio lo fa con un altro, tranquillo! Insisti, non su sua moglie, e anche i tuoi sospetti sono registrati nella denuncia. Aggiungendo tanto la segnalazione al numero verde della banca quanto al 113. E lo scrive, in un italiano tutto suo, ma te lo scrive. Penso alla faccia della mia prof di lettere, mentre firmi una lista di strafalcioni che inizia con “Io sottoscritta”.
Un amico che lavora in banca ti spiega un po’ di cose. Quegli sportelli bancomat che tanto ti danno sicurezza perché sono nelle loro belle stanzine, sono meno sicuri di quelli per strada. Anzi, sono i peggio. Hai sempre pensato che ci fossero le telecamere lì, invece no. Per motivi di privacy. Ma la privacy di chi? Quella del truffatore? Che così agisce bello tranquillo. Forse tu non ho una vita spericolata, una vita bruciata, una vita da urlo, una vita: ma io della privacy, che tanto sta a cuore a molti, me ne fotto. A sto giro questa privacy mi è costata 500 euro. Ma tranquilla, sono assicurati! Voglio uno sportello bancomat anti-privacy, per quelli che, come me, della privacy se ne fottono: filmatemi, prendetemi le impronte digitali come voleva fare Bossi con gli immigrati, leggetemi la retina mentre mi spremo sul monitor a pensare all’importo da scegliere. Prendetemi tutto, ma non i miei soldi. Sì uno sportello cosifrom_unixtime( con le telecamere sempre attive, che se entra il truffatore a metter la sua tesserina, sbooom 5 minuti e lo mettiamo su youtube. Alla faccia delle privacy.
L’unica telecamera che c’è agli sportelli, è quella messa dal truffatore per riprenderti mentre “digiti il pin avendo cura di non essere vista da nessuno”, solo ripresa da lui. Chissà se mi ha davvero ripresa mentre, con il mio faccione perplesso cercavo di scardinare la fessura di inserimento tessera, senza perlatro riuscirci. O quando, da vera fessa, ho digitato il pin senza coprirlo con le mano, o con il portafoglio come ti diceva la mamma? Non è che ci finisco io su youtube? Gli avrò strappato anche una risata, mentre loro ti hanno strappato 500 euro.

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