Saluti

Entra, accende la luce e chiude la porta con due giri di chiave. Spalle alla porta, si sofferma con un lungo rilassato respiro. Nessun rumore. Toglie i mocassini, allenta la cintura mentre si dirige verso la camera. Via i jeans. Buttati sulla poltrona KIVIK in fondo al letto. A passi lenti e nudi raggiunge il bagno, dove su un ordinato GODMORGON si lava i denti, con cura, per i tre canonici minuti, chiudendo il rubinetto quando l’acqua non serve. Risciacqua lo spazzolino e lo ripone nel suo cappuccio ripara-polvere. Butta acqua fredda sul viso, per svegliarsi. Peccato che sia già passata mezzanotte. Non importa, c’è ancora tempo. Due occhi vispi e sereni lo guardano dallo specchio. Sorride. Gli sembra di sentire la voce di Barbara “Sotto questa barba non si vede quando sorridi!”. Si vede, si vede. Son vent’anni che si vede. Si guarda ancora, si sorride di più, si vuole bene. Si vuole bene un botto.

SMÖGEN, il divano, sembra chiamarlo. Accetta l’invito lasciandosi accogliere, in slip e T-shirt, dai morbidi cuscini, morbidi quanto morbido può essere un cuscino svedese. Ripensa alla serata appena trascorsa. Due amici storici davanti ad una pizza ed una birra. A parlare di lavoro e di vita. Più di vita che di lavoro. Due occhi vispi e sereni ascoltano i racconti degli altri occhi, quelli vispi ma provati, quelli che raccontano del tumore con cui stanno combattendo da un paio d’anni, della voglia di combatterlo, per vedere la figlia crescere, adesso ha solo 3 anni. “E io non crepo finché non s’è sposata… almeno tre volte!”. Luca dice sempre così, per sdrammatizzare la sua malattia. E giù due sorsate di birra su una gorgo e pere. Gli occhi sereni parlano invece dell’ultimo cliente conquistato, e di quell’altro perso. Di Barbara, che lo capisce al volo, da anni. Di Diana. La nuova vicina. Hanno cenato un paio di volte insieme. Da lei, da lui. Una tipa in gamba, non una maga in cucina, ma con delle buone bottiglie. Una di quelle con cui gli argomenti vengono. “E non solo gli argomenti” pensa Luca più incuriosito che stupito, senza interrompere. Ha una cucina ABSTRAKT rossa. I vini li tiene nel pensile in alto. Ieri hanno aperto un Morellino. Diana non è altissima, e per arrivarci si deve proprio allungare, si vede che fatica. Lui non l’aiuta, è troppo bello vederla da dietro. Con la maglietta che si alza sulla vita e il filo del tanga che si lascia vedere. Chissà se lei lo fa per provocare. “Matematico” pensa Luca, sempre senza interrompere. Di provocare non ha bisogno. E’ entrata nelle sue fantasie erotiche dalla seconda chiacchierata.

Un condominio interessante, si può dire. “E per quanto credi che rimanga solo nelle fantasie?”, chiede Luca, quando l’esposizione dell’argomento è terminata. Non ne ha idea, per ora gli va bene così. Una voce fuori dal coro con cui confrontarsi. Un desiderio, anche solo fisico, si sta facendo strada. E’ una bella sensazione, perché mettersi fretta? Già, perché? E giù due sorsate di birra sull’ultima fetta di una quattro stagioni. Luca ride. “Non mi far cazzate eh, Barbara è in gamba, non mi far casini per un tanga che si intravede! O almeno non farti beccare. Che poi, invece di chiuderla nell’armadio basta farle attraversare il pianerottolo ed è a casa sua… Certo che però, una trovata in chat, lontana centinaia di chilometri, no?” No, non sarebbe lo stesso. Non potrebbe scambiare il segnale per fare due chiacchiere, a notte fonda. Almeno non quel segnale. “Quale segnale? Guarda che gli SMS non sono a corto raggio!” Due giri nella toppa quando rientri, se hai voglia di chiacchierare. Se di là rispondono con due giri, viene l’altro e porta il vino. Se i giri sono quattro, buona notte. “E se non senti giri, vai a dormire? “ O aspetti. Potrebbe non essere in casa. “Sei forte tu… S’è fatta una certa, andiamo? E salutami Barbara. E pure Diana.” Ultimi sorsi di birra, due caffè, il conto. Oggi ha offerto Luca.

Rumore di tacchi sulle scale, è sicuramente Diana. Apre la porta e la richiude. Un giro. Due. Tre. Quattro. Game over. Stasera niente chiacchiere. Sorride. Prende il telefono e scrive: “Ti saluta Luca, sta alla grande. Ti bacio, buona notte!”. Il saluto a Diana lo porterà un’altra volta.