Patagonia: Puerto Madryn

Arriviamo in aereo a Trelew che è mezzogiorno, ci spostiamo subito a Puerto Madryn, cercando un campeggio, l’unico forse aperto perché è ancora bassa stagione, è il Campeggio Comunale ACA.

Reserva de Punta Loma, Puerto Madryn

A pochi chilometri dal paese, centinaia di leoni marini passano le giornate rotolandosi pigramente al sole e pescando quando basta per il sostentamento, forse un po’ di più, viste le stazze. E’ la riserva di Punta Loma, che raggiungiamo seguendo la Costanera, il lungo mare. Ed ecco, prima occasione prima lezione: ingresso a pagamento per extranjeros. Che si paghi il biglietto per l’ingresso alla riserva naturalistica mi sta bene, ma che il prezzo sia dieci volte superiore a quello che paga un argentino perché noi siamo extranjeros no me gusta mucho, anzi, no me gusta proprio nada! Però pago, con l’uomo che mi dice “certo che se te lo fossi studiato meglio lo spagnolo, avremmo potuto passare per argentini, sai quanto avremmo risparmiato?”. Dopo la biglietteria, ad accoglierci arriva prima la puzza, tanta puzza, poi il rumore dei loro versi, non proprio un canto di usignolo. Poi loro, queste foche grasse, addossate le une alle altre, quasi immobili. Qualcuna nuota in acqua, qualcuna si asciuga al sole. Per lo più, fanno niente. Il percorso sulla scogliere consente di vederli da diverse angolazioni e allo stesso tempo di pregustare la flora della zona. E’ una riserva piuttosto piccola, una visita breve, ma un buon inizio.

Rientriamo sulla Costanera, e mentre io sono ancora lì a commentare sui leoni, Davide, che sta guidando, si agita
“Cos’era? Cos’era?”
E guarda il bordo strada. Avremo tirato sotto un cane? Eppure non fa rumore.
“Là in mare…”
Effettivamente qui il mare è a bordo strada. Una forma grigia e grossa. Un relitto, lo diceva la guida. Si ma i relitti si muovono? Un po’ si vede, un po’ non si vede. Un po’ sbuffa: questa è una balena!
In un attimo Davide sterza sulla spiaggia di ciotoli e parcheggia. Giù di corsa, con il cuore a mille e la macchina foto pronta al click.
Quell’animale è enorme, e l’emozione nel vederla così di sorpresa lo è altrettanto. Viene da trattenere il fiato. Emerge, poi scende, con un colpo di coda. E salta, fuori dall’acqua. Cerchi di guardarla, inseguirla con gli occhi, aspettare il suo prossimo sbuffo, emozionata come una bambina, segui ogni sua pinnata verso il largo. Ci guardiamo, tra il felice e il commosso: che botta di emozione!
Tutte le guide consigliano come “posto avvistamento balene” la collinetta che sovrasta questa spiaggia, proviamoci. E’ un ampio parcheggio. C’è solo una macchina, che si muove, pur essendo parcheggiata. Noi, ancora intontiti dall’avvistamento a sorpresa, ci parcheggiamo vicino. L’auto smette di muoversi e dopo pochi secondi ci suona. Mi sa che abbiamo disturbato qualcuno. E vabbè ormai abbaim parcheggiato, mica stiamo a guardarvi dentro, andate pure avanti che a noi interessan solo le balene. E ne vediamo ancora due o tre di balene, con i loro sbuffi d’aria e i loro salti. Ma perché saltano? Ancora nessuno sembra avere una spiegazione certa, o forse si divertono a lasciarci il dubbio: forse per mitigare la temperatura corporea, forse per sgranchirsi, o forse solo perché si divertono, un po’ come l’uomo ad arrampicare.

Le docce del campeggio consentono sembra scambi di opinioni tra turisti, una ragazza mi dice le ha viste al molo di Puerto Madryn, praticamente in città. Non serve lasciare 100 dollari per le famigerate gite in barca che partono da Puerto Piramides, basta stare con pazienza sul molo. Con la pazienza e con il binocolo, quello che noi abbiamo lasciato a casa.