Patagonia: El Calafate, dove si nascondono gli italiani

Sono frequenti i bus che da Puerto Natales portano a El Calafate, in circa quattro ore si arriva.
Il pullmann sale sulla collina, e si ferma al terminal. Il bus terminal è il centro nevralgico del nostro mondo: qui c’è il cambio (più conveniente di quanto vi faranno in ostello o altrove, basta aspettare che qualcuno compaia al banco). Noi abbiamo già prenotato l’ostello, quindi ci concentriamo solo sull’organizzarci le escursioni: qui non bastano i piedi, servono quattro ruote: circa 60 km per andare al perito moreno, ed altrettanti per il lago roja, che ci hanno detto essere un posto spettacolare ma servito dai bus solo nel weekend. In meno di due minuti convinciamo Chloe e Ben, una coppia francese, che queste sono le due destinazioni fighe da vedere, e che la cosa migliore è dividere un taxi con noi. Concordiamo tariffe e orari con un certo Federico, di cui non vi scrivo i contatti perchè pur offrendoci un buon servizio, ha provato poi a fregarci sul prezzo, pur non riuscendoci, quindi tanto vale che ne proviate un altro. Noi alloggiamo all’Hostal de Los Pioneros, comodissimo per il bus terminal. Camere da quattro, docce calde, cucina enorme e sala da pranzo che sembra una birreria. Ma gli ostelli sono tutti belli così? Non tutti.

Lasciamo i bagagli, e via, uno yogurt al supermercato Anonima, e due passi su Avenida Libertador. Un salto al museo della città, che ci parla del Perito Moreno, della fauna, della flora… Toh guarda, queste sono le bacche di Calafate, blu e con le spine. Ma quelle che abbiam mangiato noi eran rosse e senza spine: ma cosa ci siamo mangiati? Meglio non sapere, guardiamo la foto e andiamo avanti.

Passiamo davanti alla Riserva Naturale Laguna Nimez, si vede qualche fenicottero, e continuiamo fino al Lago Argentino, dove l’acqua rispetta il nome che ha.

Il taxi ci lascia al Camping Lago Roca, da dove parte la salita al Cerro Cristal, senza zainone è una meraviglia salire. Dalla cima il panorama è bellissimo, e la sgambata ci ha divertiti. Quando scendiamo, attraversiamo il campo recintato e andiamo in riva al lago, ad aspettarci una miriade di uccelli di tutte le forme e colori, che piano piano si allontana appena ci avviciniamo, ma va bene così.

Già a El Calafate sentivamo parlare italiano, ma quando arriviamo al Perito Moreno, sembra di essere a Porta Palazzo. Eleganti passarelle di legno costeggiano questo ghiacciaio, che cresce ogni giorno di un paio di metri, che continuamente si sgretolano. Si sta ore a guardare i pezzi di ghiaccio cadere, aspettando la nascita dell’iceberg. Sei a pochi metri dal ghiaccio, ma praticamente stai passeggiando in città.

Le giornate di relax sono finite: mettiamo quello che è necessario nello zaino, e lasciamo vestiti sporchi guide e amenità varie in una sacca all’ostello, ce lo custodiranno fino al ritorno.