Dal 22 al 24 Febbraio 2018 si è tenuta a Torino la terza edizione del Festival del Giornalismo Alimentare: tre giorni interamente dedicati a una delle tematiche di maggiore attualità, la comunicazione legata al cibo.

Ho assistito solo ad una discussione dal titolo “Le mille facce del foodwriting”. I volti non erano neanche dieci, ma le parole decisamente significative.

“Mangia finché è caldo!” si diceva una volta, a ragione perché il cibo caldo ha un sapore migliore. Invece adesso quando ti arriva a tavola un bel piatto fumante, invece che addentarlo che fai? La foto. Tu scatti finché è caldo, solo dopo mangi: non stupirti se poi l’offerta è di piatti bellissimi ma non buonissimi, tanto la maggior parte non se ne accorge del vero gusto, basta l’immagine. Questo il messaggio che ha lanciato Federico Francesco Ferrero, nutrizionista e critico enogastronomico.

“Per essere una buona cuoca è sufficiente saper fare bene la spesa” afferma serafico quando il discorso passa dai locali alla case. Il riferimento era per la verdura fresca comprata a Porta Palazzo e semplicemente bollita. La socia mi guarda fiera: “Vedi come ti indottrino bene?”. Effettivamente da un po’ mi ha convinta ad andare al mercato dei coltivatori diretti di Porta Palazzo alle sette del mattino: a quell’ora si trova parcheggio, per di più gratis, i coltivatori sono già arrivati numerosi e con loro l’ampia scelta dei prodotti di stagione. Non dobbiamo mai aspettare il nostro turno, ci siamo quasi solo noi! Qualcuno la chiamerebbe una levataccia ma per me è solo una delle tante sfumature del Miracle Morning.

“Globesity”. Mai sentita? Io no e non sono abbastanza informata per parlarne, ma Silvia Landi lo era: con le sue foto documentava come in Africa sia più facile trovare Coca Cola piuttosto che acqua, patatine fritte piuttosto che verdura. Questa alimentazione sembra aver portato l’obesità a livelli mondiali.

“Se ci credi provaci. Studia, lavora duro e provaci: chi ti dice che non ce la puoi fare è solo uno che ormai si è seduto”. Forse non sono queste le esatte parole ma sicuramente è questo il messaggio che Paolo Massobrio rivolge ai giovani che vogliono avventurarsi in questo settore, perché amano scrivere, perché amano il buon cibo, perché credono in questo lavoro.

Ecco questo mi è rimasto di qualche ora al festival, beh questo e la borsa di benvenuto che oltre ai depliant informativi conteneva formaggini, una mela e le paste di Meliga de Il forno del borgo di Avigliana.

Grazie a loro ho scoperto dell’esistenza dei Maestri del Gusto: una selezione di attività agroalimentari medio-piccole a Torino e in provincia.

Randagia, che adesso le prova, se il portafoglio consente.