Cicogne a Racconigi in bicicletta

Durante la settimana amici pensionati, amici in cassa integrazione, amici in ferie forzate, tutti in bicicletta tra Carignano e Racconigi con le cicogne sulla testa. Chi prima chi dopo, perchè per non fare assembramenti uno va il lunedì, due il martedì e io prendo ferie e ci vado il giovedì, prima delle grandi piogge.

Il rumore dei becchi in un video girato da chi ci ha preceduti (grazie Cri!)

Si parte dal parcheggio del campo sportivo di Carignano, praticamente sulla ciclabile, e dopo un breve tratto di asfalto siamo sullo sterrato. A parte una sguazzata nel fango di qualche centinaio di metri, il resto del percorso si è rivelato magicamente asciutto nonostante abbia piovuto fino a ieri sera.

Su facili sterrate si arriva a Racconigi e seguiamo le indicazioni per il “Centro Cicogne“. Eccole, sono lontane ma le vedo, là su quegli alberi potati! Fermi tutti! Mollo la bici a terra, non mi avvicino perchè un cartello me lo impedisce, ma chissene: io ho il binocolo! Un simpatico signore sta lavorando sul suo trattore e ci fa notare come gli alberi inizino qui, fino a Racconigi niente alberi, solo terreni coltivati. Qui iniziano gli alberi e gli animali: ci suggerisce di rifletterci su, considerato anche il periodo storico in cui ci troviamo (maggio 2020, covid fase2) . Ci spiega che queste che stiamo guardando sono arrivate dall’africa da pochi giorni e stanno facendo il nido. In effetti lo abbiamo visto che stanno portando paglia. “Seve birdwatcher?” ci chiede in perfetto piemontEnglish

Continuiamo la nostra pedalata tra voli di cicogne, aironi guardabuoi e un paio di rapaci non meglio identificati, suma nen birdwatcher. Una puntata al castello di Racconigi ad ammirare le cicogne con i loro piccoli, si vedono bene, con il binocolo.

Arrivati a Casalgrasso mi incuriosisce un cartello “cosmetici e latte d’asina”, costringo l’uomo a una deviazione ma non si lamenta, visto il bell’albero di ciliegie che troviamo durante la deviazione…

Il percorso continua verso Pancalieri, nota per la sua menta. I colori che ci colpiscono però non sono quelli della menta: una distesa bianca, gialla, arancione, rossa. Sembrano papaveri ma non sono solo rossi. Avvicinandoci scopriamo che si tratta di escolzia californiana, una pianta officinale coltivata da Chialva, azienda della quale avevo avuto modo di conoscere caramelle, liquore e tisane a base di menta alla Sagra del Peperone di Carmagnola, la cultura prima di tutto.

Fioritura di escolzia californiana nei campi di Chialva, menta.it

Continuiamo verso Pancalieri centro, per ammirare il suo mulino sull’Angiale, un canale limpido e poco profondo, con trote enormi.

Ancora qualche chilometro di sterrati per rientrare a Carignano, con tanto di sosta per la raccolta dei luertin.

La fioritura di maggio è affascinante, il percorso pianeggiante è perfetto dopo una bella quarantena.

Il percorso e’ di circa 60Km quasi totalmente su strade bianche. Dislivello insignificante, puoi scaricare il percorso (con gli errori di rotta in più di una occasione) in formato GPX .

Randagia, che la primavera si vede.