La canavesana d’epoca e la strada delle 22 carrozze

Il post di un amico parla di una strada con 22 tornanti per salire al Castello di Masino: ogni tornante è numerato, come una Via Crucis. Ottimo per te, che vivi ogni salita come una Via Crucis! Qualche ricerca in rete ed ecco che compare il percorso de La Canavesana d’Epoca.

Post di Mike52 che lancia l’idea

La statale dei papaveri

L’impostazione del navigatore dice “evita pedaggi”, quindi anche se l’autostrada ha un’uscita praticamente ad Albiano d’Ivrea, tu scegli di uscire a Chivasso e di fare la Strada Statale 26 della Valle d’Aosta. E sei ben contenta, una bella stradona dritta costeggiata da papaveri in fiore sui lati e le montagne di fronte: niente male come paesaggio.

Come tradizione famigliare insegna, parcheggi al cimitero di Albiano: ogni paese ha un cimitero, ogni cimitero ha un parcheggio. Il cimitero era il punto di partenza abituale quando non esistevano i navigatori e non vedi tutta questa necessità di cambiare.

La strada delle 22 carrozze

Sono dieci i chilometri di avvicinamento prima che inizi la strada delle 22 carrozze che porta al Castello di Masino. Hai passato ognuno di questi chilometri a pensare “Prima del quinto tornante non mi devo fermare… almeno al decimo devi arrivare…”.

I dieci chilometri passano in un attimo, su strade sterrate in mezzo ai campi. Lasci l’asfalto per una sterrata a destra, nel bosco. Terreno liscissimo, bene. C’è un altro ciclista davanti a te e il pensiero cambia: “Non ti puoi fermare se non si ferma lui”. E lui non si ferma, va avanti piano ma va, i tornanti sono dolci (potevi arrivarci: in quasi 4 km non si fanno neanche 200 metri di dislivello!), il bosco ti tiene al fresco: quasi un piacere salire!

Non hai nessuna foto della salita, certe volte è meglio non fermarsi a pensare. Scatti una foto solo quando esci allo scoperto, ad altezza Castello.

La strada delle 22 carrozze termina con una bella vista sul Castello di Masino.

Un giro al Parco del Castello potrebbe starci, ma per i tuoi gusti c’è troppa gente. Il percorso continua su asfalto in mezzo alle campagne e alle vigne, per poi ricordarti, a sorpresa che c’è un lago da queste parti! Per chi ha voglia di deviazioni ci sono le palafitte e la torre per il bird watching, ma tu meglio che cerchi di completare il giro

Tutto il percorso è un panoramico mezzacosta che ti invita a salire al castello di Roppolo.

Vista dal Castello di Roppolo

E da qui è tutta discesa, o quasi! Ammiri il pergolato che porta a Cella di San Michele: una chiesa? Una cantina! Te lo lasci per la prossima volta, magari in compagnia.

Randagia, che un Erbaluce a fine gita ci sarebbe stato bene!

PS: La descrizione seria della gita è su gulliver: La canavesana d’epoca da Albiano d’Ivrea .