Se vuoi visitare Pantelleria, visita prima il sito del Giornale di Pantelleria e consenti la pubblicazione delle notifiche sul tuo smartphone, sarai così aggiornato su tutti gli eventi che si tengono sull’isola: dai concerti, alle serate di approfondimento, agli orologi da 400 euro smarriti…

Sentivo ancora il “ck” dell’ultimo “click” per l’acquisto dei biglietti aerei che già stavo chiedendo a Google cosa avrei potuto fare sull’isola: mi ha suggerito la prima sera di andare al concerto di Carmen Consoli al porto di Scauri, come riportato sul giornale di Pantelleria. Non male come inizio!

Dopo qualche giorno che siamo sull’isola il giornale mi notifica della serata “Il cielo di Pantelleria”, mica ce la possiamo perdere! Sapere che si tiene un evento non coincide però con il capire dove si svolge. Le indicazioni sono tanto precise quanto incomprensibili per il turista medio: “Di fronte alla mediateca”. Fantastico, e la mediateca dove è? Boh, l’indirizzo non c’è, neanche il numero di telefono. Il Giornale di Pantelleria non è fatto per i turisti, ma io son testarda e sfrucugliando su internet un numero di telefono lo trovo, chiamo e chiedo lumi. “Siamo sulla strada perimetrale, un indirizzo non c’è, di fronte alla mediateca ma lei quando esce dal paese vede uno con il telescopio e siamo noi”. Certo è che per vedere le stelle ci deve essere il buio e se c’è il buio come fai a vedere dove è un telescopio? Abbiamo usato la fantasia e ci siamo fermati al primo accrocchio di persone sul lungomare, effettivamente tra loro c’era un telescopio. Avessero detto “al parcheggio della cala del bue marino” avrebbero capito anche i turisti, ma va bene così. Il cielo non è terso come i giorni scorsi, si scorge solo Arturo, uno delle stelle più luminose o meglio si scorge solo una stella e Lorenzo ci dice che si tratta di Arturo.

Lorenzo sta orientando il gigantesco telescopio mentre tutti lo martellano di domande. Accorre in suo aiuto il simpatico Francesco, comandante della Aereonatica Militare che intrattiene il pubblico fino all’arrivo di Sergio Minoli, l’astrofilo pantesco (non saprei dire se di adozione o no) che ci ha tenuti a bocca aperta per oltre un’ora con le sue spiegazioni a cielo chiuso: qualche nuvola di troppo tra noi e le stelle.
“L’occhio impiega almeno 15 minuti prima di adattarsi al buio” esordisce Minoli. L’italiano medio ne impiega almeno 10 prima di capire che per avere il buio deve spegnere il cellulare. Si vedono solo le prime tre stelle dell’Orsa Maggiore, rappresentano il giogo, le quattro del carro non si vedono. Questa costellazione è composta da sette stelle: ricorda un bue da gioco, detto trione da cui septe-trione che è il nostro settentrione. Viva l’ignoranza, io non lo sapevo!
Minoli ci presenta il mito che accompagna ogni costellazione, invitandoci a guardare le stelle: “Dopo un mese che le guardi, allora puoi iniziare ad osservale…” Non è avaro di consigli pratici: mai pensato a guardare le stelle con un binocolo? Se ha un fattore di ingrandimento di almeno 8 è perfetto. Ci guardiamo come due ebeti: come mai non ci abbiamo mai pensato? Noi che lo usiamo di giorno, per guardare i rapaci, gli animali, i ghiacciai: perchè non abbiamo mai provato a usarlo la sera, per vedere le stelle?

Ringraziamo Pantelleria, per il suo cielo oltre che per il suo mare…