Ma la locandina che avevo scaricato dal sito cai, parlava di Tour dei Ghiacciai o Giro in Ghiacciaia? Le temperature di questa estate non-estate fanno sì che le prime ora di cammino siano sempre sotto i cinque gradi: guanti, berretti e bocca chiusa, aspettando il sole.
Le distanze sono impegnative, circa 20 chilometri al giorno. I dislivelli sono vari (1200, 1100, 900m e 250m rispettivamente). I panorami sono spettacolari.
Il frisbee, questa moderna attrezzatura
Partiamo da Pont de Chatelard, a Termignon, con passo tranquillo. Qualcuno si perde nella ricerca dei funghi, come se non sapesse di essere in un parco. Le Parc National de la Vanoise. Un anello di plastica fucsia si fa notare, mentre sale appeso ad uno zaino. E’ un frisbee, si usa quando si arriva al rifugio in ampio anticipo sulla cena.
Dopo il Rifugio de l’Arpont proseguiamo in falso piano per 4/5 ore per raggiungere il nuovissimo Rifugio Col de la Vanoise. Il percorso è costellato di Dome: d’Arpont, quello de Chasseforet, quello des Sonnailles. Un ampio pianoro dove qualcuno si è divertito a creare composizioni artistiche di ometti di pietra, fuori e dentro l’acqua. Sembra la risposta francese al Pian delle Sagnette del Monviso.
Gran Casse al tramonto, dal refuge Col de Vanoise
Una splendida vista sulla Gran Casse si ammira dal rifugio. Anche con le gambe sotto il tavolo, grazie alle enormi vetrate. C’è chi rimpiange di non avere con sè ramponi e picozza, chi aspetta di salirla in scialpinistica. Un po’ per la bellezza del tramonto sulla vetta più alta della Vanoise, un po’ per la ventina di chilometri percorsi nella giornata, facciamo onore alla cena.

Nella seconda giornata incontriamo un breve tratto attrezzato con catene salendo al col du Grand Marchet, e con un dislivello poco impegnativo, sotto i mille metri, vediamo il paese di Pralognan dall’alto e quando arriviamo al Rifugio de la Vallette (2590m.), scopriamo che è in una posizione da fare invidia ad Heidi: siamo su un colle dal grandioso panorama. Tre chalet di legno, due asinelli. Se dici di aver la tosse e star male di gola, Sylvie, la “guardien” ti somministrerà un bicchiere di roba imbevibile, ogni tre ore. Non sai cosa sia, ma sai che funziona. Mentre i malati si concedono alle cure di Sylvie, i sani scelgono tra una puntatina al Pic de la Vieille Femme o una birra al sole. Il frisbee conquista anche i bambini del rifugio. La cena abbondante e buona è degna chiusura di una splendida giornata.
Ghiacciaio del Gebroulaz
Lasciamo gli chalet nel classico freddo di un mattino di agosto del 2014. Il percorso non ha grossi dislivelli inizialmente, ma una bella rampetta di 700 metri sul finale di giornata. Un breve scatto fino in vetta all’Observatoir regala la soddisfazione del panorama.

La discesa porta all’ultimo di questi splendidi rifugi, il Fond d’Assois. Ad accoglierci un troll che fa pipì, ed un’oca che fa pupù.
Anche questo rifugio è stato risistemato di recente, i letti arrivano al terzo piano, terminando con un matrimoniale in piccionaia che solo i veri romantici e gli atleti del circo sanno apprezzare. La cena di gran qualità ed abbondante, quanto la colazione: tra i tre rifugi, questa è la cucina che ho preferito.

Numero di italiani incontrati in 4 giorni? Nessuno. Francesi, olandesi, anche americani, ma italiani nessuno. Eppure è lì, basta sfidare i tornanti del Moncenisio, perchè non ci andiamo?
Noi, come trekking organizzato dal cai uget, siamo sempre stati in mezza pensione, ma è possibile scegliere anche il solo pernotto, o anche piazzare la tenda nell’apposita area bivacco.
In tutti i rifugi, c’è un angolo cucina dove si può cucinare e mangiare al caldo.

Punti di appoggio:
Refuge Col De La Vanoise: http://www.coldelavanoise.refuges-vanoise.com/
Refuge de la Valette: http://www.valette.refuges-vanoise.com/ (anche su facebook)
Refuge Le Fond D’Assois: http://www.fondaussois.refuges-vanoise.com/

Descrizione del percorso: consulta l’itinerario su gulliver.