“Cosa vuoi stare a studiare tanto? l’Islanda ha solo una strada, seguiamo quella e vediamo tutto”. La fa semplice lui, ma una base di vero c’è: l’Islanda è attraversata dalla Ring Road, una strada ad anello che percorre il perimetro di tutta l’isola, o quasi. E’ la strada 1, la Hringvegur, “strada anello” appunto. Ad oggi è quasi completamente asfaltata, cosa che non si può dare assolutamente per scontata in Islanda. C’è chi decide di farne solo un pezzo, chi vi aggiunge numerose deviazioni: chi la percorre in una settimana, chi in un mese. Poco importa.
Avevo rinunciato ad un programma dettagliato, ma c’erano alcune cose cui non ero disposta a rinunciare. Una era salire sul Kirkjufell, per il semplice motivo che mi era piaciuta la relazione di Tómas sul popolare sito guidetoiceland.is.
Il Kirkjufell si trova sulla costa occidentale dell’isola, sulla penisola di Snæfellsnes. E’ la montagna più fotografata d’Islanda: una volta la si trovava su tutte le cartoline, oggi sui salvaschermo dei telefoni cinesi. E’ stato proprio quando il telefono mi ha proposto l’immagine di questo inconfondibile monte che ho deciso di scrivere questo post.
Alcune guide turstiche, e lo stesso Tómas, consigliano di farsi accompagnare da una guida locale se si decide di salire. Effettivamente, ci sono stati alcuni incidenti. Mi sono informata bene, per non fare la sborona, ma anche per non regalare cento euro a uno per salire sul Musinè (1). Si tratta di poco meno di 500 metri di dislivello, su terreno erboso un po’ esposto e in alcuni tratti si devono usare le mani. Dal video si vedevano delle corde fisse, di cui Tómas, a Luglio 2017 ha confermato la presenza. E allora?
23 Agosto 2017. E’ quasi mezzogiorno quando arriviamo ai piedi del Kirkjufell, indecisi se salire o no perché, nonostante il mio entusiasmo, il socio la considera comunque solo “una salitina che ci fa perdere quasi mezza giornata”. Quando però la giornata è tersa, la montagna chiama: saliamo!
I 463 metri del Kirkjufell troneggiano solitari sul mare. Quello che era Sugartoppen (cappello di zucchero) per i Danesi, primi conquistatori, diventa la Montagna Chiesa per gli islandesi: se fossimo in Piemonte, sarebbe la Montagna Gianduiotto.
Si sviluppa su vari anelli, tra erba e rocce: un sentiero percorre un anello intorno alla base. Qualcuno si limita alle foto da cartolina dalla cascata, qualcuno cerca una più tranquilla panchina panoramica.
Noi saliamo.
Mi ero informata bene, per non fare la sborona, ma anche per non regalare cento euro a uno per salire sul Musinè (1). Si tratta di poco più di 400 metri di dislivello, su terreno erboso un po’ esposto e in alcuni tratti si devono usare le mani. Dal video si vedevano delle corde fisse, di cui Tómas, a Luglio 2017 ha confermato la presenza.
Scalare tutti gli anelli è divertente: incontriamo qualcuno che sta già scendendo, con un bel sorriso di soddisfazione dipinto sul volto. Proseguiamo più convinti, e arriviamo sulla cresta erbosa della cima: il terreno è “molle” sotto i piedi, il panorama è immenso davanti agli occhi.
Ne valeva la pena, e poi giù di corsa, andiamo a vedere cos’altro la Ring Road ci vuole regalare!
(1) Montagna vicino a Torino, sfruttata come palestra all’aperto dagli escursionisti e per questo giudicata una salita banale.