“Usciamo a far due passi, vuoi la mascherina?” dice il vecchio chimico ormai pensionato alla sua signora (quella che sa stirare le camicie, ndr): scende in cantina e torna con un sacchetto vecchio di almeno 20 anni, di quando ancora lavorava in officina. Il sacchetto contiene due mascherine FFP2 e altre, meno serie. Perfetto, ora possono nascondere i loro sorrisi e andare a fare due passi dietro casa, non glielo diciamo che, nonostante siano invecchiate in cantina, non sono migliorate come il vino, anzi…

Ma chi non ha chiuso un’officina nello scorso secolo, come fa? Ormai sono esaurite ovunque. Magari prova con la carta da forno, come ci sta insegnando il Dottor Youtube ma non sempre viene bene.

SlipMask, autoritratto della creatrice che preferisce non svelare le proprie generalita’.

Poi c’e’ chi viaggia o meglio chi fino a qualche settimana fa viaggiava, e pure parecchio, mentre ora si ferma e lascia correre solo la fantasia. E questa gran viaggiatrice, durante un attacco di “magico potere del riordino” trova in un cassetto una mascherina scura, di quelle che regalano in aereo per la notte: materiale plastico, comodo elastico, ricordo di non sa piu’ quale viaggio. Prova a metterla sulla bocca anziche’ sugli occhi: non avra’ grandi filtri ma “mej che niente”.

Solo che tutta quella plastica sulla bocca non fa bene e allora ecco che la creativita’ femminile entra in gioco, a nessun uomo sarebbe mai venuto in mente… Nasce SlipMask, lo capite dall’immagine o dobbiamo spiegarvi?

SlipMask, composizione interna

L’interno e’ foderato con assorbente igienico modello thin, leggero e traspirante, ma soprattutto adesivo, dove lo metti sta, non come un banale fazzoletto di carta. La creatrice conferma di sostituirlo regolarmente.

Domani una donna uscira’ e andra’ a fare la spesa con la sua SlipMask, che non le servira’ probabilmente a nulla contro le infezioni da coronavirus, ma sai quante risate si sara’ fatta nel frattempo?

Randagia, orgogliosa di avere amiche capaci di tanto…