LO SPORT E’ DI TUTTI

ANCHE GLI UNICORNI SI INCAZZANO

Entri in un negozio di abbigliamento sportivo, uno dei soliti di Torino e provincia, per comprare un paio di articoli tecnici, che trovi senza problemi. Poi commetti il primo errore: vuoi regalarti un paio di pantaloni da montagna. Vedi un modello che ti piace: taglia S, taglia XS. Cerchi meglio ma la M non la trovi e forse anche la trovassi, saresti più una L.

Entra una ragazza, con vent’anni e venti chili in meno di te: in un attimo si tuffa in camerino con un numero di capi che non riesci neanche a contare. Ne esce molto soddisfatta: evidentemente la sua carta di credito non è magra quanto lei. E qui commetti il secondo errore: chiedi al commesso “Scusi, ma pantaloni di una taglia più grande della S li avete?”. Lui ti guarda imbarazzato, è periodo di saldi, potrebbe dirti che li ha venduti tutti e invece ingenuo ingenuo si lamenta “Non me lo dire, è il mio titolare che non li vuole comprare. Io gliel’ho detto ma… Per lui le donne sopra la S sono come unicorni“. Ti rimane il dubbio che volesse dire ippopotami, ma preferisci non accertartene e credere agli unicorni. Gli unicorni, si sa, non esistono e forse non vanno in montagna, ma di certo s’incazzano.

Il commesso spergiura di aver visto almeno una M e inizia a cercare con sincero impegno: la trova e te la presenta accompagnandola con un sorriso enorme. La provi, non ti sta neanche male, è anche un bell’articolo ma la voglia di comprare non c’è piu’, se metti un’altra toppa a quelli vecchi durano ancora un paio d’anni. Ringrazi comunque, lui e “il suo titolare”, informandoli, casomai non lo sapessero, che questa scelta sull’assortimento è mortificante. I pantaloni li comprerai da “Decathlon, lo sport per tutti” dove la tua e’ solo una delle tante taglie disponibili.

Per un attimo pensi di organizzare una gita con tutte le amiche non magre: salite tutte in mutande con la classica maglietta #thisgirlcan e lo zaino. Ma anche foste fortunate con il meteo, come minimo finireste nelle ortiche: sarebbe un po’ andarsela a cercare. E poi di amiche non magre che vanno in montagna non è che ne hai tante, verrebbero le altre per solidarietà e per mettersi in mostra, e allora…

I commenti degli amici sportivi, dal loro slanciatissmo metro e ottanta, sono scontati: “E beh ha ragione, per fare certe cose devi avere un certo fisico“. Certo. Chi si porta dietro un po’ di ciccia non è prestante e atletica, ma non farle trovare neanche un paio di pantaloni è come dire “Non ci provare neanche, tu non ce la puoi fare, la montagna non è per te“. E questo dispiace, dispiace perchè magari qualcuna finisce con il crederci.

Sentirsi la storia dell’unicorno a 50 anni, non ti fa nessun effetto: sbotti sul blog, sposti il tuo culo e la tua carta di credito in un altro negozio e se non riesci a far capire il problema agli amici, vivi lo stesso. T’incazzi come un unicorno, ma vivi lo stesso. Ma se la stessa storia l’avessi vissuta venti anni prima, come sarebbe andata? Non lo sai e non lo vuoi sapere, ma non puoi credere che l’assortimento limitato di un negoziante altrettanto limitato possa privare i monti di una ragazza un po’ traccagnotta per candannarla ai centri commerciali…

Randagia, che lo sport è di tutti.