La relazione di ieri su Gulliver non poteva passare inosservata: Peonie in piena fioritura a un’ora da casa? Mica sono gli ormai noti Narcisi di Pian delle Nere, questa è nuova! Andiamo?
Il percorso è di pochi chilometri e solo 500 metri di dislivello e non presenta difficoltà, se non quella di individuare le suddette peonie? No, neanche quella. Si vedono facile.
Conquistiamo l’ultimo posto libero al “parcheggio” di Cornetti di Balme, eppure non è tardi. Si è nuovamente verificato l’effetto Gulliver: quando c’è una buona recensione per una gita, al primo weekend trovi il pienone.
Ad affollare i pochi posti parcheggiabili a bordo strada, oltre a chi, come noi, ha scoperto il percorso per caso in rete, ci sono quelli che lo conoscono e sanno che questo dovrebbe essere il periodo buono per i fiori, le associazioni che hanno organizzato i tour con tanto di guida naturalistica e chi capita di lì quasi per caso. Quindi ringraziamo di aver trovato un posto dove lasciare l’auto (quota 1500) e via, camminare!
Il sentiero si tuffa subito nel bosco. L’uomo parte con il solito passo deciso, che significa, su gite turistiche come questa, dover sorpassare uomini, donne e quadrupedi senza troppe cerimonie. Il problema è quando ti trovi il gruppo da venti persone fermo a fare foto: l’uomo ha due metri di gambe, tu le zampette di un bassotto. Lui agile e celere li supera tutti, tu curiosa come una scimmia, ti fermi a chiedere cosa fotografano: “Già le peonie?” La gentile guida, ripetendo a beneficio degli ultimi del suo gruppo ma anche tuo, ti informa: “Di peonie ne vedremo tantissime, ma questa è una clematide alpina, c’è solo questa in tutto il percorso. Dietro vedete i rododendri in fiore, ma quelli li avete riconosciuti da soli, no?”. Ringrazio e ammiro queste campanule lilla tenue che si sono arrampicate su un tronco di due metri come le lucine a Natale. Quando raggiungo il socio, maligna, gli chiedo se ha notato cosa stessero fotografando: “Sì, i soliti rododendri”. E no, caro il mio piè veloce, i rododendri erano dietro, l’interesse era per una pianta rampicante che era appunto rampicata lungo un enorme tronco, con i suoi splendidi fiori lilla. Pare che fosse l’unico esemplare di clematide alpina di tutto il percorso. Ad ogni passo, l’uomo aggiunge una domanda: e com’è il fiore? Sembra una campanula lilla. Ma quanti petali? Boh, quattro o cinque. Ma quanto alta? Rampicante, era su un tronco. Ci è rimasto male, gli scoccia essersi perso la novità, ma per fortuna siamo già a 1700 metri di altitudine e arrivano le prime peonie a distrarlo dal mancato avvistamento.

Alcune in bocciolo, alcune fiorite. Dapprima poche, nei ritagli di bosco dove filtra di più il sole, poi a distese, dove il sole è più generoso.

Continuiamo a salire e scattare, e non siamo i soli. Chi con il cellulare, chi con una macchina fotografica più grande del tuo zaino. Ad un certo punto il socio ti interroga, guardando a terra: “È questa?” Sì, è proprio lei, la rarissima clematide che evidentemente così rara non è. Stavolta non è su un tronco, ma su un rododendro. L’uomo riprende il sorriso: chi la dura, la vince.

Superata l’Alpe Roccetta (quota 1950) proseguiamo verso l’Alpe Pontat (2100) e usciamo dal bosco: il sentiero è ben indicato e diventa spettacolarmente panoramico. Quasi un sentiero balcone: dall’altro lato della valle le montagne stanno dismettendo il loro manto bianco, mentre sui prati ai nostri piedi le peonie lasciano il terreno agli anemoni.

anello punta delle serene
Il percorso è di pochi chilometri e solo 500 metri di dislivello, ma basta concatenarlo con una agevole salita a Punta delle Serene che in un attimo si raggiungono i 1200 metri di dislivello in soli 10 km e le cose si complicano tanto da essere adatti a EE (Escursionisti Esperti, come dicono sempre i telegiornali quando muore qualcuno in montagna). Per noi, si può fare.
Superata l’Alpe Pontat, la gita turistica è finita, ora il gioco si fa serio. Infatti oltre a noi due non c’è più nessuno, solo un’altra coppia con due cani. Si segue per tracce di sentiero e nevai fino al Colletto dove, sorpresa, ci attendono altri nevai. Deviamo allora verso il più libero colle delle Pariate e tagliamo su una parete di terra e erba, ripida al punto da sentirsi perdere l’equilibrio, fino alla Punta delle Serene. Da lì la discesa “a intuito” su terra e roccette prima, su nevai poi, ci porta fino al Lago del Crot, dove per sentiero, o per mulattiera se le gambe, soprattutto le tue da bassotto, non hanno voglia di infilarsi nell’erba più alta di loro, si fa ritorno all’auto.
Una gita bella e varia, che fa apprezzare le Valli di Lanzo, sapete del 3×2 vero? Paghi due notti e la terza te la offrono. Se interessati questo è il link:
Il percorso
Lo carichiamo quando l’uomo mi passa la traccia
Le Valli di Lanzo
Nell’estate 2025 le valli di lanzo aderiscono alla bella iniziativa 3×2: se prenoti due notti in albergo, ti regalano la terza, dai un’occhiata: https://vallilanzoemaira.it/voucher/.
Un interessante articolo su Piemonte Parchi: Il Sentiero delle Peonie di Balme.
I percorsi seguiti sono: Il sentiero delle Peonie da Balme e Punta delle Serene da Cornetti.
Per chi vuole approfondire, c’è la recente pubblicazione “Flora delle Valli di Lanzo“.
Inseguendo le fioriture
Se anche a te piace inseguire le fioriture, ecco alcuni spunti di cui abbiamo parlato nel blog: