E poi muori. Poi.

Hai la passione per la capitali straniere. Londra, Madrid, Stoccolma. Ti mancava Berlino ma qualche anno fa hai colmato la lacuna. L'Italia la farai da vecchia, pensi. Poi capiti a Trapani, a Roma. Forse sei già vecchia? Una ti manca, ma non trovi mai la qualcuno che ci voglia andare. Roma, Firenze, Venezia non sono tutta l'Italia eppure solo lì vogliono andare tutti. Proponi la destinazione alternativa ad una delle socie affidabili, che declina “Nooooo, adesso c'è troppa immondizia”. Ma come? A Mosca fa troppo freddo, a Barcellona fa troppo caldo, e a Napoli c'è troppa immondizia? Al cinema esce “Benvenuti al Sud”, il film non ti esalta, ma la voglia di andare a Napule si ripresenta. E stavolta è contagiosa. Non sai se è il fascino della città, o quello dei voli a 50 euro andata e ritorno, ma finalmente si va. Una mail all'amico napuli che scatena altri napuli e ti arriva con un buon consiglio per B&B in centro storico, amici di amici di amici. “Giù siam tutti amici”. Dall'aeroporto al centro, sono pochi minuti in Alibus, voci in inglese e in francese si incrociano nel breve tragitto. Scendi a Piazza Garibaldi, e ti senti a casa: come in Piazza della Repubblica, parlano tutti arabo. Poco oltre passi una zona cinese. Una ragazza urla parole incomprensibili portandosi un cellulare alla gola. “Oh, ma son tutti stranieri qui?” chiedi alla socia, che ti comunica che la straniera sei tu: la ragazza urlante stava semplicemente parlando in napoletano. Una signora, la stessa che frugherebbe in un bidone qui a Torino, si arrampica su una montagnola di immondizia. Purtroppo quello che si vede ai tg è vero: non sono sacchetti e cartoni ammucchiati per far dispetto a Berlusconi, sono sacchetti e cartoni ammucchiati. Fino a data da destinarsi. Sotto di loro, talvolta, vedi affacciarsi timido un cassonetto, talvolta ribatezzato con “urna elettorale”. “Napoli è sotto ricatto”, ti spiega Francesco, il simpatico gestore dell'antico seggio, la B&B dove sei felicemente approdata, in pieno centro storico, in un vicolo con nicchie dedicate a santi e madonne, con i panni stesi tra le case che sembrano decorazioni per la festa di paese. Nel cortile fanno bella mostra di sé un paio di stendini. La camera è ampia, il bagno pulito, ma soprattutto la cucina e il fantastico terrazzo sono in comune con gli altri ospiti: ragazzi qui per lavoro, o pensionati qui per ritorno alle origini. Ognuno ha qualcosa da dirti o da chiederti, e questo è il posto giusto.

Prendi il tuo primo caffè in città, al suono della ceramica che si appoggia sulla ceramica si accompagna la voce del barista “Il caffè è amaro”: e talvolta anche la vita, ma non è che te lo sto a dire. E invece qui te lo specificano: infatti qualcuno chiede il caffè già zuccherato e non deve neanche sbattersi a girare con il cucchiaino. Chissà se gli riesce anche con la vita.

Lo shopping colpisce ovunque, e Molly non è immune. “E che taglia volete?” Volete? “No, solo per lei, a me non interessa..” Poi ti ricordi che te l'avevano spiegato, che non è che i napuli danno sempre del tu, danno anche del Voi, è il Lei che è troppo distaccato e non si usa. “Una emme, grazie.” Squilla il cellulare, un'amica comune. Metti il vivavoce: non sa dove sei e con chi, quindi glielo dite in diretta “Io e Molly siamo a Napoli!!!”, ma non sei abbastanza veloce a togliere il vivavoce prima che di là risponda “Oh mamma, vedete di non farvi rubare niente!”. La commessa non ha sentito, o fa finta, quindi vi tratta ancora bene.

Cammini per strada guardandoti attorno, ma mai abbastanza: Molly è alle prese con un'altra emme, ma non stiamo più parlando di taglie. E quale miglior soluzione che chiedere ad un pescivendolo che sta lavando la strada davanti al suo negozio, di lavarle anche la scarpa. “Che v'e' successo signorì? Ah… il 19 e il 71 dovete giocare”. E Molly li gioca eccome. E vince pure! Se la somma fosse stata sufficiente a pagare un altro volo, sarebbe anche andata a ritirarla…

Cammini per strada guardandoti attorno, ma mai abbastanza: vada per i vicoletti dei presepi, sovraffollati di turisti, ma appena ti sposti un minimo dalla strada battuta, sei a rischio, a rischio pallonata. Giocano a calcio, ovunque. A qualunque età. Alla Sanità, incuranti delle auto, a Sant'Elmo incuranti delle scale e della tua bella faccia, ai Quartieri Spagnoli, dribblando gli stendini appesi ai muri, e probabilmente altro, in Piazza del Plebiscito anche se ormai è buio. Ti sembrano tutti professionisti: alla faccia di “un jeans e na maglietta”, questi piccoli Cannavaro han tutti la divisa da calciatore, calze, pantaloncini e maglietta in tinta. Prevalentemente azzurra. Forse ne hanno solo una, e per quello stan sempre lì a stendere I panni?

Randagia, che ha visto Napoli e poi muore, poi.