Non è tutto Fools quello che luccica
Ti piace il teatro, sopratutto quello da teatro minore, che non ti chiede i trenta euro di un Regio o un Alfieri. Ti piace il teatro amatoriale, un po' perché anche tu hai provato a farlo, un po' perché tanti amici lo fanno. Ti piace ridere, di gusto. Ti piace stupirti. E non hai paura di prenderti una fregatura, nonostante spesso la fregatura ci sia. Allora via, mandi una di quelle mail senza impegno “prenoto 4 posti”. Con chi ci andrai mica lo sai, ma tanto non li devi pagare, basta una e-mail. Gli amici da te per una veloce cena pre-spettacolo e poi si va. Ovviamente gli altri non sanno nulla di cosa andranno a vedere, ti piace credere che si fidino di te. Di te che non hai manco letto la trama o riconosciuto il titolo, di te che vuoi andare perché conosci il regista e sei curiosa, ma questo si son dimenticati di chiedertelo. La gente in coda alla biglietteria non è poca e qualcuno sembra contento quando dei quattro biglietti prenotati, ne liberi uno. Entrata in sala, azzardi un'uscita per una bottiglietta d'acqua al distributore automatico. Una spallata della gentil donzella addetta all'ingresso spettatori ti fa capire che è un'altra la via. Grazie, ma non doveva farmi un livido perché la capissi. I posti si riempiono, lasciando delle sedie “single” qua e là. Uno ti chiede “Sono liberi questi due posti?”, ma tu di posti liberi ne vedi uno solo, spendi addirittura un secondo a chiederti se proprio con te sta parlando, e mentre te lo chiedi questo ti rifila un'occhiata che sembra dire “A fool, con te parlo!”. E che gli rispondi a uno così? “No, non vedi che c'è seduto il mio amico immaginario?!?!”. Se il bello si vede dal pubblico, andiamo bene. Quando anche le sedie single hanno trovato compagnia, lo spettacolo inizia. E che spettacolo! Sceneggiatura di Neil Simon, mica l'ultimo pirla (scopri ora su wikipedia). Ambientato in Ucraina, con nomi dalla facile comprensione. Due ore di spontanee risate, e qualche riflessione, non sul senso della vita, ma comunque seria. Originale ed efficace la scenografia. Esilaranti le battute, riadattate e non. Spettacolari le espressioni degli attori principali. E non ci sono parole per la mucca! Chissà che meraviglia sarebbe stata se avessero anche azzeccato i congiuntivi!
A spettacolo concluso, ecco il regista salire sul palco per presentare gli attori. Cos'ha in mano? Un foglio? Un foglio!?! Per due ore dieci ragazzi su quel palco hanno recitato un'infinità di battute imparate a memoria, si sono chiamati Tolchinsky, Yenchna, Snetsky e questo, per presentare Andrea, Aurora, Enrico hai bisogno di un foglio? E un nome lo sbaglia pure… Sarà voluto, per far ridere fino in fondo!
Randagia, che aspetta le repliche per consigliarlo agli amici…