Né un torto, né una ragione

Hanno l'ospedale con il miglior reparto di traumatologia al mondo: un sacco di occasioni per fare esperienza. Hanno uno dei migliori eserciti al mondo, forse per alleviare il lavoro del reparto di traumatologia, o forse proprio per dargli modo di fare esperienza. Hanno un gran rispetto per la propria moglie: "prova tu, a non andare a buttare l'immondizia quando a chiedertelo è una donna che sa maneggiare un M16". Tre anni di servizio militare per gli uomini, uno sconto a soli due anni per le donne. Hanno una storia talmente complessa, che, non lo ammetteresti mai, non è che hai proprio capito come sia andata, non sai chi ha torto, chi ha ragione. E forse non c'è né un torto, né una ragione. Qui la storia del Gesù o Barabba è ancora vera: io ti rapisco un soldato, se lo vuoi vedere vivo, lasciane fuori un paio dei miei. E bravo, ma quel paio di tuoi quanti morti possono fare? Forse molti più di quel solo soldato. E allora sai cosa? Magari quel ragazzino in tuta verde, con la sua faccia spaventata, preferisce la propria morte a quella di un numero superiore di persone, magari civili. E non sai se è lui che ragiona così o se in tre anni gli hanno insegnato a pensare così, senza che se ne accorgesse. Dici che scopre la consapevolezza che morire per gli altri non è un atto di coraggio, ma di necessità? Dici che diventa fatalista per forza? Sai quando dici "Pa' dai, comprami la moto… tanto se deve succedere succede, posso uscire di casa e mi cade una tegola in testa e fine". Forse, solo che dice bomba invece di tegola.
In TV vedi solo rivolte, bombe e scene che preferiresti non vedere. In loco vedi gente entusiasta del proprio paese, che tenta di farti vedere che oltre rivolte e bombe c'è altro. E ci riesce, ma solo in parte.
Shalom, Israele.