I cercatori d’oro nella Riserva della Bessa
E’ una macchia verde sulla cartina e come tale va esplorata: la Riserva Naturale della Bessa, creata su quell’altopiano che in epoca romana era una miniera d’oro a cielo aperto.
Decidi di esplorarla in bici dal momento che sono riportati tre percorsi ciclabili: pista ciclabile delle cave, pista ciclabile dei massi erratici e pista ciclabile dei cumuli. Dei cumuli? gia’/
Inizi dalle cave: chiuse con un bel cartello “vendesi”. Andra’ meglio con i massi erratici. Il percorso e’ gradevole, ma poi i massi vanno anche trovati e tu non sempre ci riesci…
Ma di sicuro non ti sfuggono i cumuli perché quelli sono più grandi di te: montagne di ciottoli. Pare che ciottoli e licheni siano la naturale evoluzione di quella che secoli fa era una miniera d’oro.
La miniera non c’è più ma sono ancora rimasti i cercatori d’oro con tanto di campo gara, e pare che prima del covid ci fosse anche stato un campionato mondiale di cercatori d’oro: “Il Piemonte come il Klondike” titolava il corriere.
Le fontane di Zubiena
Metti il naso fuori dalla riserva e prima della salita verso Zubiena, ti fai distrarre dal cartello “Fontana Solforosa”. Strano vedere un cartello cosi’ senza sentire il tipico odore. Qualcuno sta facendo avanti e indietro da una scala con le casse d’acqua, vai a vedere. Effettivamente l’odore non si sente finchè non si è proprio vicini, ma assaggiamola prima di riempire la borraccia. La assaggi e non riempi la borraccia, hai ancora ben presente il retrogusto dell’acqua marcia di Acqui Terme di qualche settimana fa.
Saliti al paese, è un’altra fontana ad attirare l’attenzione quella in piazza, davanti al municipio: un getto di acqua con tanto di cartello “non potabile” e un rubinetto chiuso con “acqua potabile”. Una si spreca, l’altra no?
Randagia, che ha trovato solo acqua e niente oro