Un’estate in Friuli

Quest’estate si torna in Friuli: il motivo? La natura, la facilità di trovare un posto per me, il fresco, la tranquillità. Nessuno ha chiesto la mia opinione, ma anche io son contento di tornare in quelle valli, mi ero trovato bene.

Partiamo da Torino in un afoso pomeriggio di agosto diretti verso un lago che sento nominare oggi per la prima volta, che è già una volta di troppo.

Sentiero attrezzato Sasse al Lago d’Idro

Hanno scovato una via ferrata, insolitamente facile rispetto alle loro scelte classiche: il sentiero attrezzato Sasse al Lago d’Idro. In provincia di Brescia, un percorso semplice e veloce, adatto al primo pomeriggio di vacanza. (n.d.r E’ talmente facile che qualcuno ha provato a farla in bici, coem ci racconta Montagna.tv https://www.montagna.tv/208779/sale-in-ferrata-con-la-bici-in-spalla-sfinito-chiama-i-soccorsi/ )

La via ferrata inizia da una spiaggia, sembra ci sia anche uno spazio comodo per parcheggiarmi proprio lì. E’ vero che sono un camper piccolo, ma i miei sei metri li ho. Il mio padrone tende sempre ad andare in area di sosta, per la tranquillità della moglie e perché gli amici hanno il vizio dell’elettricità e dei servizi, quando invece, come adesso, sono nelle mani di sua figlia e del compagno mi godo la sosta libera in angoli meravigliosi, ancora mi ricordo quel campo di lavanda in Provenza, ma questa è un’altra storia. Tra mappe online, forum e app varie cercano sempre un posto sicuro per me e comodo per loro: di solito ci azzecca: di solito, non oggi.

Percorriamo una strada stretta ma non tortuosa, superiamo un campeggio e qualche villetta ed eccoci al capolinea, la spiaggia di Vesta. Un grande piano sterrato dove ci sono altri camper, tutti più piccoli di me. In cinque minuti i due indossano casco e imbrago, io l’antifurto. Ora mi schiaccio un pisolino nella tranquillità del pomeriggio e li lascio andare.

La ferrata di Idro corre lungo la riva.

Non passano neanche dieci minuti, che sento qualcuno solleticarmi il tergicristallo: è uno di quelli in divisa, uno di quelli che quando il mio padrone li vede dice “merda ai civic!”. L’uomo in divisa ha lasciato un foglietto ed è sgommato via, letteralmente. Ma cos’è questo foglietto giallo? E perché lo ha lasciato solo a me? A quell’altro camperuccio lì con la targa straniera non ha scritto niente? E a questo qua un po’ più piccolo? Chissà cosa avrò io di diverso? Sono preoccupato, il mio padrone mi ha insegnato che quando uno di quelli si avvicina non è mai per farti un complimento. Mannaggia, ora il sonnellino non me lo faccio più, sono assalito da brutti pensieri! Quando quei due torneranno scoppierà l’inferno: lui si accenderà come Rabbia in InsideOut e addio vacanza tranquilla.

Dopo qualche ora ecco che li vedo arrivare, stanchi ma felici. Non mi considerano ancora, impegnati come sono a godersi la loro giornata: si tuffano nel lago a rinfrescarsi delle fatiche. Saranno come al solito senza asciugamano, come al lago di Barcis, ormai sono abituato a vedermeli arrivare in mutande e grondanti d’acqua.

Lei acciuffa un asciugamano per tamponarsi almeno i capelli e dopo aver visto che son quasi le nove propone “Ci prendiamo qualcosa al ristorante qui?”. Ehi, aspettate prima di pensare alla cena, guardate sotto il tergi! Non notate qualcosa di strano? “E questo cos’è?!” urla lui, che subito ha notato il dannato foglietto giallo: ecco il momento che temevo. “Una multa! Ma mica siamo in divieto di sosta, qui non diamo fastidio a nessuno!”. Di getto corrono a controllare gli altri veicoli: nessuno mostra segni di contravvenzione. “Vado a chiedere al ristorante” dice lei. Beh, almeno va la più educata e calma dei due, su di lei possiamo contare, non fa sfuriate come Mister Rabbia.

Lei torna dopo dieci minuti: “Sai che mi han detto quegli stronzi?”. Menomale che era la più educata. Con un linguaggio decisamente colorito ci spiega che il problema non è che non si può parcheggiare, non si può proprio venire, solo se sei un camper: la strada è chiusa per i camper, si sa. Si sa? Ma non c’era un cartello! E invece sostengono che il cartello ci fosse, lungo la strada. Sì, un foglio di carta appeso ad un albero… Già mi girano i tergi che ci sia un divieto per i camper e non per i camion, siamo uguali eppure loro possono passare, noi no. Noi che consentiamo a migliaia di italiani di girare il mondo, ma soprattutto l’Italia in libertà, non siamo i benvenuti, perché? Perché non paghiamo alberghi? Perché non andiamo al ristorante? Ci andremmo anche al ristorante, non ci faceste multe che valgono una stella Michelin!

Il sindaco anticamper

Raccogliendo qualche informazione capiamo che la strada è stata chiusa solo per quelli come me, perché il sindaco ritiene che siamo pericolosi per le biciclette e i pedoni. Noi? Ma ci ha visti? Hai visto a che velocità andiamo? Siamo grossi, lenti e buoni. Per noi i ciclisti e i pedoni sono sacri, forse anche perché i nostri padroni per primi sono ciclisti e pedoni: se vogliono andare a vedere i bei posti che quest’Italia ci offre, devono camminare o pedalare, noi siamo troppo grossi per arrivare ovunque. Però cavoli, perché c’è sempre un sindaco che ci rende la vita difficile quando non serve? Che male abbiamo fatto? E guarda caso, le strade diventano inagibili dopo l’ultimo campeggio, anche se la strada era uguale a prima. Vogliono che entriamo nei loro campeggi? Campeggi che poi sono sempre pieni e ci buttano in un angolo o addirittura ci rifiutano? Ma perché? Perché questa cattiveria inutile?

L’associazione camperisti viene in soccorso

Lei telefona al mio padrone che subito le consiglia di chiamare l’associazione camperisti (ANCC) e di fare le foto del parcheggio e dei cartelli lungo la strada, ammesso che ci siano.

Nonostante sia agosto, rispondono in fretta alla nostra mail: sono socio da anni, conoscono la mia targa, ci scrivono con spiegazioni e indicazioni sul da farsi, regalandoci un senso di tranquillità e sicurezza, un materno “Tranquillo, siam qui noi!” in un momento in cui a bordo l’umore non è alle stelle. I miei due eseguono le istruzioni: lei ha la penna facile e scrive tutti i dettagli mentre lui scatta foto mirate, come indicato nel vademecum scaricabile qui. Si sono messi completamente nella mani dell’associazione, fidandosi del mio padrone e dei suoi amici e non rimarranno delusi.

Dopo un paio di giorni, il legale dell’associazione ci scrive “L’accertamento non appare legittimo stante l’illegittimità del provvedimento che istituisce il divieto di transito e l’irregolarità della segnalazione.” Paroloni, per dire “Non date soldi all’ennesimo sindaco anticamper, chiediamo l’annullamento a questi razzisti” . L’umore risale, la vacanza può continuare.

Qualche mese dopo, il verbale viene annullato, grazie ANCC! Vorrei dirlo agli altri padroni: non pensate di associarvi quando prendete una multa, pensateci prima. Associatevi perché rimanga spazio per noi al mondo. Vi ricordate di come decenni fa ci fermavamo ovunque, mentre adesso tutto è vietato? Io che son già un po’ vecchiotto mi ricordo di quando si andava a dormire con la paura dei furti, adesso invece andiamo con il terrore delle multe, ma sempre di ladri si tratta.

Al lago di Idro la questione è ancora aperta, non torneremo tanto presto.

AGGIORNAMENTO: ORDINANZA ANNULLATA

Siamo ad Aprile 2024, grazie all’ANCC il Tribunale ha annullato l’ordinanza del Comune di IDRO, condannandolo a rimuovere i divieti di transito ai camper, a pagare le spese legali di oltre 4.000 euro (anche le mie), ma soprattutto a consentire ai camper come me di raggiungere la meravigliosa spiaggia di Vesta.

La spiaggia di Vesta è stata liberata, tutti in camper a fare la ferrata!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *