Superata una certa età non devi più essere gnocca per essere apprezzata dal sesso maschile: basta non avere figli e godere di uno stipendio certo. Se poi, per la nostra particolare categoria, riesci a mantenere un discreto passo in montagna, insomma se non rompi i coglioni, è fatta. O almeno di questo ero convinta, ma mi dicono dal campo che la mia analisi non tiene conto della concorrenza.
La single over 50 non è single da mezzo secolo, lo è tornata da una certa quantità di tempo, piccola o grande a piacere. Per la proprietà transitiva, escludendo i casi di vedovanza, per ogni donna che torna single, un uomo compare nuovamente sul mercato, mercato dove già si trova una nutrita massa di quarantenni donne che il vero amore ancora lo cerca, ci crede, lo vuole, con tutte le sue forze.
Inspiegabilmente l’uomo che ha superato il mezzo secolo esercita un discreto fascino su queste ultime: vada per il brizzolato irresistibile alla George Clooney, ma la maggioranza è più simile al resistibile Montgomery Burns, il capo di Homer. Quindi questo esce di casa, con la panzetta da buona cucina regalata della ex, e ha lo stuolo di quarantenni bentenute, che ancora sognano il principe azzurro, pronte ad accoglierlo. Come rifiutare? Infatti non rifiuta e in men che non si dica, si trova di nuovo accoppiato con una gentil donzella, che magari non si è mai veramente innamorata prima, ancora posseduta dall’irrazionale desiderio di scodellare se non la squadra di calcio, almeno il capitano. Questo è un problema noto che l’uomo sa gestire con un repertorio di scuse accumulato negli anni e magari anche fallito quelle due o tre volte, tante quante i figli che già si ritrova. Quello che lo prepoccupa è che la fanciulla dopo anni di vita da sola, potrebbe non essere tanto prepararata ai fornelli. Di uscire a cena tutte le sere non se ne parla, alle dieci già la palpebra cala. Poco male, con un po’ di moine, qualche tutorial youtube e un po’ di pazienza, la convincerà a rimediare.
La cinquantenne single si rifiuta di giocare la stessa carta delle colleghe più giovani: non punta agli esemplari della decade successiva. Sa che i sessantenni non sono tutti come Keanu Reeves e che diventare vecchi è un attimo: non hai tempo di finire di fare la badante a tuo padre che ti trovi un altro anziano in casa. L’orologio biologico, scusa Gianna, ha già dato: se una meravigliosa creatura c’era da mettere al mondo l’ha messa, se no pace, la questione non è più un problema e per qualcuna non lo è mai stata.
La cinquantenne saggia si gode la sua singletudine. Quando i capelli intasano il lavandino li toglie con pazienza, uno a uno, senza quella voce maschile che dall’alto della sua calvizie si lamenta che deve sempre sturare il lavandino. Si iscrive a un corso di scultura e intaglio, perchè il profumo del legno ha il suo fascino e anche Mauro Corona non è poi così male. Prenota un volo per New York senza nessuno al seguito che si stufi alla prima vetrina della Fifth Avenue. Percorre il cammino di Santiago in solitaria, zaino in spalla per capire se è vero che libera lo spirito o se solo spacca le ginocchia. Ogni weekend si regala una gita fuori porta che fa bene a tutto, soprattutto ai polmoni. Invita spesso gli amici a cena: l’abilità ai fornelli maturata in anni di servizio continua a dare i suoi frutti. Insiste con le lezioni di pilates: la schiena e gli amici sono gli unici sicuri e inseparabili compagni di vecchiaia.
Randagia, che si tiene stretto quello che ha e insiste con le lezioni di pilates
Fantastico e tutto vero 🙂
In veste di ultra-ultra single apprezzo molto le 50enni che non vogliono impelagarsi in rapporti. Anche noi maschietti diventati single godiamo felicemente l’opportunità di non avere rompimenti se zaino e vestiti sono ancora per terra dopo due giorni o se i fornelli sono unti del sugo di tre giorni.