“Informati su come funzionano le autostrade in Portogallo, si pagano senza caselli”. Questo mi dice l’uomo al volante quando siamo giá in viaggio camper, perché pensarci prima no. Cerco in rete: mi sembra semplice. Il servizio si chiama “Easytoll“: associ la targa alla carta di credito e a toglierti i soldi ci pensano loro. Le telecamere riconoscono la tua targa e prelevano dalla tua carta.
easytoll non è via verde
Abbiamo da poco varcato il confine quando l’uomo mi chiede, senza minimamente rallentare: “Quale corsia prendo?”. Devo scegliere tra un casello vecchio stile o un arco metallico con qualche disegno verde, ma io ho fatto l’Easytoll, quindi sono easy no? “Passa sotto l’arco e via!” Pochi istanti dopo, una veloce ricerca su internet mi fa capire che siamo passati nella corsia Via Verde, il telepass portoghese, noi che non abbiamo telepass. Seguendo la filosofia che un errore costante non è un errore, propongo di uscire da una corsia Via Verde e saldare poi online. L’uomo al volante invece sceglie di uscire dal casello, per parlare con qualcuno, che poi non parla la nostra lingua e probabilmente neanche inglese. Io la mia cazzata l’ho fatta scegliendo dove entrare, ora lui la completa scegliendo dove uscire. Il casellante ci informa “Non avete il biglietto? Pagate la multa. Siete passati dalla Via Verde? Avete infranto la legge, pagate la multa.” Una cassa automatica sarebbe stata più empatica: 57 euro. Tra Amarante e Porto: 7 euro di pedaggio, 50 di multa. In media, circa un euro al chilometro e poi ci lamentiamo che la Torino-Aosta è cara.
come comportarsi ai caselli in Portogallo
Che nervoso! Avevo fatto tutto per essere in regola e per un attimo di distrazione, mi becco il multone. Sarebbe bastato informarsi minimamente sui vari siti dei camperisti, o anche solo seguire il buonsenso: Se hai Easytoll quando c’è un casello, passa dal casello. Easytoll entra in gioco solo in quei passaggi senza casello, appunto. Cerco il gestore autostrade portoghesi e gli scrivo.
L’arte del reclamo
L’uomo: “Lascia stare, tanto ormai. Non andiamo in fallimento per 50 euro. Cosa fai?” Scrivo alle autostrade. “Ma figurati! Fai solo la figura dell’italiana male informata”. Non importa, io scrivo: magari non serve a niente, ma almeno mi sfogo. Non ricordo esattamente quali parole ho usato, ma sicuramente “tourist“, “first time in Portugal” e “confused“, accompagnati da targa del camper e codice cliente di Easytoll.
Circa dieci giorni dopo, quando ormai avevo rimosso la questione, ricevo una risposta di tre pagine, in cui la gentile Brisa, questo il nome del gestore, mi elenca tutti gli articoli di legge che ho violato passando sotto la Via Verde senza la Via Verde. Ora mi arrestano, e invece: “Nevertheless given the circumstances surrounding this incident” . Dicono che in via del tutto eccezionale, considerando le condizioni al contorno, inviando la ricevuta del pagamento in originale, rimborseranno la multa. Però come mi riescono bene i reclami! Dovrei farlo per mestiere: “Devi fare un reclamo? Scrivimi”.
brisa batte poste 1-0
La storia non finisce qui: ora bisogna spedire la ricevuta, rigorosamente conservata. In Portogallo i francobolli non si comprano dal tabaccaio ma solo negli uffici postali, che al sabato sono chiusi. E oggi non solo è sabato, ma è anche il nostro ultimo giorno nella terra del Fado. Pazienza, spediremo dall’Italia: la posta non è più quella del pannocchione di dieci anni fa, vuoi che la perdano?
Per spedirla assicurata con il destinatario che firma con il sangue appena la riceve, si spende più del rimborso stesso. Un ragionevole compromesso è il “tracciamento fino al confine”.
Passa un giorno, è “in lavorazione”. Una settimana. In lavorazione. Due settimane, scatta il reclamo.
Tre settimane, poste.it risponde: “trattasi di posta tracciata soltanto fino al confine nazionale, pertanto non è possibile stabilire l’avvenuta consegna o localizzare la spedizione. Fermo quanto sopra, evidenziamo che la normativa internazionale, in particolare, l’art.22.1 […] prevedono forme di ristoro in casistiche specifiche, tra le quali non rientra, comunque, quella da Lei riferita.” Peccato che non scrivano neanche una riga di scuse, di “ci dispiace”, niente, peggio di un casellante portoghese. Dovrei rispondere, ma non lo faccio, demoralizzata. Ci sono reclami e reclami, con qualcuno è una battaglia persa.
Quattro settimane: non posso scrivere ai portoghesi dicendo che mi sono persa la ricevuta.
Cinque settimane: sono i portoghesi a scrivermi, ringraziandomi per aver spedito la ricevuta e informandomi che hanno provveduto a fare il bonifico. OBRIGADA!
Randagia, che tutto è bene quel che finisce bene