Karaoke e Sake

Mi ero dimenticata come erano le uscite quando c’e’
almeno uno scandinavo nel gruppo: alcoooooooliche.

La povera collega giapu, in quanto locale, organizza la
serata per noi: gruppo misto europei americani. Una cena in ristorante tipico.
(via le scarpe, sfoggio le mie calzette nuove con ditine singole :)) Le pareti che si spostano in base a quanti
tavoli devi unire, si scompongono e si ricompongono. Un bottone sul tavolo per
chiamare la cameriera, e tutti chiusi nel proprio prive’. Meglio non avere
commensali isterici quando c’e’ un bottone sul tavolo…

Si parte con cibo, birre, e poi warm sake, birre, warm
sake, birre. Arriva dopo poco la solita frase “Last order”. Poi il conto. 30
euro scarsi. Qualcuno dice alla nostra timida giapu “Cavoli, pensavamo di
spendere di piu’ con tutto quello che abbiamo bevuto” , e lei, sorridendo
ovviamente, “Ma no, era un All You can Drink!! “ .  E adesso ce lo dici ????? (che in inglese fa “What
the fuck… !!” ) Ho visto lo sconforto dipingersi sul volto dei commensali…
soprattutto dei piu’ grossi: “Dai dai prendiamo da bere … “. Non si puo’ ,
ultimo ordine andato, si scopre che era un AllYouCanDrinkWhileYouAreEating.
Tappa successiva Karaoke e qualcuno chiede alla malcapitata giapu “Ciccia, se e’
un AllYouCanDrinkWhileYouAreSinging ti dispiace dircelo all’inizio e non quando
abbiamo finito di cantare ? “

Anke il karaoke va in prive’ , una sala solo per te e i
tuoi amici, non un locale da performance… un malloppazzo per scegliere le
canzoni che le pagine gialle sono niente al confronto.. uno schermetto per
inserire i numeri… due tamburelli per fare il ritmo. We’re livin’ on the edge… Bailamos .. Like a
Prayer e meno male che Ramazzotti non c’era, perche’ i miei assoli non li
raccomando neanche al mio peggior nemico.

Randagia, che dopo fiorello sperava di non aver piu’ a
che fare col karaoke