My trash is Your treasure

Anno del design. Io di manifestazioni ne ho viste poche. Ma ce la tiriamo che e’ l’anno del design.
Bene, sfruttiamo la mostra flexibility (finita) per andare a vedere le Nuove. Le carceri nuove che poi nuove non sono, perche’ le han fatte sotto Vittorio Emanuele II, nel 1857, mica son una roba olimpica epoca Chiamparino.

Io adoro le galere, sono stata ad Alcatraz, ho sempre pensato di fare volontariato alle vallette, sono in coda da un anno per vedere lo spettacolo dei galeotti… sara’ una malattia, non so ma mi affascina. E allora mi son vista anche le Nuove, che sudisfa. Era ora.

La mostra era sulla flessibilita’ delle cose, sulla capacita’ di trasformarsi, di variare.
L’ultima “opera” in mostra era “My trash is your treasure” non ricordo chi fosse l’autore o l’autrice, ma ricordo bene il principio: uno scaffale con tetto, stile fermata del bus, dove tu lasci le cose che non ti servono piufrom_unixtime( la trash appunto, e se ti va prendi qualcos’altro che ti serve, il treasure . Bella l’idea che quello che schifo io, ami tu. Quello che ho sfruttato io, ora sfrutti tu. Dove io sono io e tu sei sconosciuto. Sei un altro che tra un po’ passera’ di li’. Carino no ? certo che e’ carino, e’ un’opera d’arte. Ma dico , in realta’ ? Sarebbe come un mercatino dell’usato, senza intermediari e senza prezzi. Certo, io posso anche solo dare senza prendere, tu puoi anche solo prendere senza dare. Questo probabilmente succederebbe nella realta’.  Fenomeni simili reali ? Boh, c’e’ il book crossing che e’ simile, ma mica ho ancora capito come funziona….

Randagia, che ha un weekend di repulisti e un MyTrashIsYourTreasure le tornerebbe utile