Patente fresca e calze a rete, si andava al Don Carlos con le amiche e giù a ballare fino all’alba. Quello è il maschio più bello, non toccatemi quello!

Carrellino della spesa e scarpe da ginnastica, si va all’Asta del Pesce con la socia e giù a chi offre di più. Quella è l’orata più bella, non toccatemi quella!

Asta del pesce (fonte ipercoop liguria)

Venerdì scorso la Coop di Parco Dora ha messo in scena l’Asta del Pesce: pescato del mediterraneo a prezzi decisamente convenienti. E sembra pure divertente, perché non andare? La socia non tradisce e ci presentiamo pronte e agguerrite.

Peschiamo per prima cosa la paletta con il numero: 55, il mio peso ideale. Che poi è anche il motivo per cui sono qui, mangiare decente per rivederlo prima o poi quel dannato peso ideale.

Il battitore d’asta presenta una vaschetta di pesce e ghiaccio, non sta a dire il peso, va a occhio e spara un prezzo. Da lì a salire. I prezzi non li so o per lo meno non tutti, ma la socia è ferrata e pronta, quando odora l’occasione spara in alto la paletta.

Tu alzi la paletta mentre dice 8 ma poi ti vede solo quando è arrivato a 12: va bene che non sono capitali ma un po’ preso in giro ti senti. Però ti diverti.

Orate, totani, palamite, frittura, triglie, moscardini, polpi, gamberetti: gli articoli si alternano nelle mani del battitore d’asta per il divertimento di donne più che di uomini, di grandi più che piccini. Per ogni pezzo scandisce il numero della paletta vincitrice, con una netta preferenza per la 33, quella con la scollatura che parla. Funzionerà mica come in discoteca?


Con la socia concordiamo le soglie massime: orate non più di 15 euro al chilo, per i gamberi viola possiamo arrivare a 20, totani e moscardini non oltre i 12, le acciughe tanto te le tirano dietro…


E’ il turno delle orate. Il battitore dice 15 e la paletta si impenna. Al 16 e la paletta si abbassa.
Ritornano le orate. la scena si ripete: a 15 si impenna a 16 si abbassa.
Ritornano ancora. La socia scatta sul 15 come da accordi e viene accontentata:
“Signora mi è chiaro che le vuole solo a 15, ma finchè c’è qualcuno che offre di più non gliele posso dare… vabbè dai, via al 55 a 15 euro”.
La socia ha fatto colpo, anche senza mostrare la scollatura, più facile in pescheria che in discoteca.
Ma il bello non finisce lì. Una volta conquistato il pezzo, devi farti largo nella calca di madame che ti separa dal bancone per riuscire a ritirare la tua conquista e nessuna ti aiuta, non collaborano. troppo intente a seguire il prossimo articolo all’asta.
Sto andando a ritirare forse il quinto chilo di pesce quando una madama sorridendo mi illumina:
“Eh adesso ci divertiamo, ma poi stasera a pulirlo…”
Cazzo. Stasera a pulirlo. Realizzo in un attimo che non sarà questione di poco: le orate non sono eviscerate, i totani hanno il loro schifo nero, i moscardini son carini ma pieni di merda, i gamberi che non puoi buttarli in freezer così, le acciughe che son da aprire una a una. Per un attimo penso di mollare il malloppo nel carrello di un altro, tanto finché non passi dalla cassa non paghi…
“Socia, tutta sta roba è da pulire, non pensi che possa bastare?” Lei capisce subito che non l’avevo messo in conto e ride, la stronza, ma poi mi aiuta, la santa.
Ce ne usciamo con un bottino non da poco, e passo il venerdì sera a pulire pesce, fino a mezzanotte.

Randagia, che a ogni età il suo divertimento