Quando ricevo la telefonata dai miei “pensionati” tornati a casa dopo la festa del plein air, non mi sembra vero che siano quasi degli ottantenni: lei è tutta entusiasta e vuole raccontarmi cosa hanno visto e cosa hanno fatto, lui soprattutto cosa hanno mangiato. Sono stati alla festa dei camperisti, in arte “Festa nazionale del Plein Air“: quella di San Vito al Tagliamento, la loro preferita. Visite guidate, degustazioni, brindisi: tutti generosi e tutto gustoso.
Queste feste piacciono anche a me, perché quando tornano a casa oltre all’entusiasmo portano anche qualche regalino.
Quest’anno il regalino consiste in una confettura di mele e cannella che appena arrivo a casa posiziono in dolce attesa sulla tovaglietta della colazione. Quando al mattino la apro per inaugurarla, scopro che è già stata inaugurata: ne manca qualche cucchiaio e quella sfumatura che vedo sembra muffa. Chiamo mia madre per capire: “Siamo vecchi ma non siamo rimbambiti: no che non l’ho aperta prima di dartela, se no l’avrei tenuta in frigo!” Eh mamma, non sarai rimbambita ma ti sei fatta ciulare, ti han venduto il vasetto della degustazione, già degustato…
Decido di scrivere una mail all’azienda produttrice, mentre mia madre si raccomanda “Non essere aggressiva, si saranno confusi, non l’avranno fatto apposta. Sii educata..”. Sì, sì, ma intanto scrivo.
Mi risponde immediatamente Marco De Munari:
“Abbiamo evidentemente commesso un grave errore. Avrei piacere che accettasse le nostre scuse mandandomi il suo indirizzo…”.
Chi ammette i propri errori mi piace, chi prova a porvi rimedio ancora di più: se poi lo fa usando il congiuntivo, mi commuovo. Avrebbe potuto dirmi “Siamo qui, venite quando volete a prenderne un altro” o ancora “Probabilmente l’avete conservato male” o avrebbe potuto non rispondermi per niente, come fanno le grandi aziende, quelle grandi solo di dimensioni. Invece no, Marco dell’azienda agricola de munari, a gestione familiare, forse piccola di dimensione ma grande di spirito, mi ha risposto puntualmente. Rimanderà il mio vasetto ai miei e io ci farò colazione.
Pochi giorni dopo ricevo un whatsapp da mia madre che dice:
E’ stato molto più che di parola, l’omaggio sembra decisamente generoso: mele, noccioline e tre vasatti di marmellata! Ora non so ancora che gusto abbiano, ma credo che meritino. Chiedo che mi mettano da parte le mele essicate che son perfette per andare in montagna, ma capisco che per le noccioline americane sarà più dura: o vado in fretta a trovare i miei vecchietti o l’adorato padre si farà fuori tutti le “bagigie”, che a detta delle recensioni facebook sono deliziose, anche se andando a est cambiano sesso e diventano i “bagigi”.
Ma che ci fanno le bagigie in un cesto di prodotti locali? Ci fanno, ci fanno, sono locali anche loro: scopro sulle pagine del Messaggero Veneto che da qualche anno Marco De Munari e la sua famiglia coltivano arachidi: qui l’articolo. E bravi!
Randagia, che i genitori bisogna andarli a trovare più spesso…
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