Con la luna e con la neve
Classico ritrovo a bordo città per fuggire più in là, dove le valli danno il meglio di sè, dove i palazzi smettono di occupare l’orizzonte e lasciano spazio alle montagne. Più o meno bianche. Per gentile concessione dell’organizzatore, le donne sono esonerate dalla guida. Mai capito se sia semplice galanteria o assoluta, quanto fondata, sfiducia nella guida femminile su neve. Le partecipanti apprezzano, e non sembrano alla ricerca di disperate dimostrazioni di parità dei sessi, non oggi.
Non abbiamo certo fatto a meno del classico personaggio ritardatario, che preso da crisi isterica da smarrimento tra Borgaro e Venaria, note metropoli, ti urla al telefono “Voi andate, io non ce la farò mai!”. Sì, sì, il personaggio in causa non è maschile, perché, si sa, l’uomo in auto non deve chiedere mai e non si perde mai. E se anche si perdesse, direbbe che non viene perchè Belen l’ha invitato a cena. Ma la solidarietà femminile fa miracoli, ripeschiamo la malcapitata in una rotonda e via, siamo ancora in orario per l’appuntamento finale a Balme. Venti lumini si muovono nel buio e nel freddo, qualcuno si conosce già, qualcuno si conoscerà, qualcuno “Ma dai, ci sei anche tu?”. Baci e abbracci.
La luna piena, il cielo terso, le luci frontali accese ad accecare chiunque osi guardarti mentre smadonnando cerchi di chiuderti le ciaspole. A ciaspole indossate, spegniamo la frontale: la luna e la neve consumano meno. E saliamo, su una strada larga e battuta. Qualcuno parte a scheggia, e lo vedrai solo in cima. Qualcuno ha paura a muovere i primi passi: ammettiamo che iniziare la salita da un letamaio non è propriamente geniale. Ogni tanto ci si ferma a guardarsi attorno, non che questa valle sia la più bella del mondo, ma questa sera anche lei ha il suo fascino. Allungo il passo per chiacchierare con uno, lo accorcio per parlare con l’altra, tengo il mio e parlo con chi mi capita. Un’oretta di chiacchiere e visi sorridenti ed eccoci arrivati: Agriturismo la Masinà. Peccato per il lampione che proprio bene non sta. Proseguiamo ancora un pofrom_unixtime( della luce artificiale oggi non ne vogliamo proprio sapere. Il bosco, la neve, la luna. Due foto. Due “ooooooooo”. E poi il silenzio, il silenzio della montagna, il silenzio della natura, il silenzio del “Cazzo son entrati tutti, non ci lasceranno niente da mangiare!”. Un improvviso disinteresse per la luna piena, un esagerato desiderio di avere piena la panza: torniamo all’agriturismo a grandi falcate. In fondo ci hanno aspettati. Il vino è abbondante, le porzioni meno, ma per fortuna abbiamo chi non si fa troppi problemi e informa i camerieri che il cibo “non basta”, e viene ascoltato. Le donne sono un po’ distratte dalla sfilata PittiUomo che si sta accomodando al tavolo vicino, ma prontamente la compagnia riguadagna il loro interesse: “Avete notato che son tutti uomini? E che qualcuno ha anche l’orecchino?”. No, però abbiamo notato che noi stiamo ridendo di più. La cena va: affettati, vitello tonnato, polenta e suatisa, polenta e spezzatino, la concia, torte di mais o di cioccolato, il caffè, il pusa cafè. Venti euro. Non male.
Qualcuno si ferma a dormire lì, mentre gli altri scendono, tirando gran pacche sulle spalle a chi ha organizzato la serata, tenendo sempre alto il volume delle risate, alla faccia del silenzio della luna e della neve.
Randagia, che tra un mese la luna è piena di nuovo…