Ho vista appesa al muro l’onda di Hokusai
Mi ha ricordato che ogni cosa può cambiare
Su questa giostra che ci fa girar la testa
E che ci tiene in orbita

Lorenzo Cherubini

Se non puoi iniziare l’anno per i monti, inizialo in città. Sono parecchie edizioni ormai che l’Abbonamento Musei Torino ha perso la tua iscrizione, questa è la volta di dargli un’altra chance. Il prezzo non ti piace: 50 euro son tanti per una che rischia di andarci solo una volta, ma qualcosa ti dice che quest’anno non sarà così. Rimane che 50 sono tanti, allora puntiamo alle riduzioni. Socio Cai? Ridotto. Socio Coop? Ridotto. Socio Aiace? Ridotto. Eppure hai ancora amici che lo pagano intero, ma sono quelli caduti dal parapendio, sono giustificabili. Con la riduzione qualche euro l’hai tolto, non si può fare di più? Cercando bene scopri che Eataly offre un aperitivo itinerante nei suoi locali a tutti coloro che acquistano l’abbonamento da loro durante le vacanze di natale: con questo si rientra di altri 20 euro! Cerchi ancora ma non trovi altro, puoi comunque ritenerti soddisfatta.

Visita il sito https://www.abbonamentomusei.it/

Ai primi di gennaio vai da Eataly al Lingotto a fare la tessera, ritiri il tuo buono per l’aperitivo e punti subito alla mostra dal titolo “Hokusai, Hiroshige, Hasui.Viaggio nel Giappone che cambia.” (aka la mostra di Hokusai) proprio lì vicino, alla Pinacoteca Agnelli: ti sembra un’accoppiata geniale. Regolarizzata la tessera, ti dirigi verso la pinacoteca attraverso il centro commerciale: appena varcata la soglia ti pervade un odore nauseabondo di popcorn che non ti lascerà fino a fine giornata, questo è il risultato di un cinema multisala all’interno di un centro commerciale: la drugia dei campi è meno fastidiosa. Forse stordita da questo odore, prendi la scala mobile e mentre sale ti accorgi di quanto sia veloce per te, che hai ancora le stampelle: alla partenza è stato facile, tanti scalini tutti in piano, ma quando dovrai scendere, come farai? Farsi male sugli sci è da pirla ma può capitare, darsi il colpo di grazia su una scale mobile è da pirla e basta. Ti guardi avanti: nessuno. Ti guardi indietro: nessuno. Ti devi aiutare da sola, piccolo genio della scala mobile. Hai ancora qualche secondo per metterti in posizione parallela agli scalini, le due stampelle sollevate per puntare avanti e appena sei in prossimità dell’arrivo le appoggi e salti. Rimani magicamente in piedi, nessuno sta ridendo e tu sei in piedi: sarebbe meraviglioso se non fosse per quell’odore di popcorn. Di fianco a te gli ascensori: ecco magari prendi uno di quelli poi a scendere, perché su youtube non c’è il tutorial su come si prendono le scale mobili con le stampelle e se non c’è lì…

Finta di niente e vai all’ingresso della mostra , dove ti recuperano le amiche. La mì che ostra è allo stesso piano della famosa pista del lingotto, la giornata è bella non si può non uscire. Nonostante lo smog, un po’ di panorama si vede… “Mettiti lì Randa, che ti faccio la foto con il Cervino!” E perché solo con il Cervino, l’Everest non riesce a inquadrarlo? E’ il Monviso la montagna che si vede dalla pista. Due foto, due risate e poi seri alla mostra.

La grande onda di Hokusai

Lo spazio non è tantissimo, ma il primo video che illustra la tecnica delle silografie ti fa capire che non stai andando a vedere dei disegni a china, ma il risultato di impressioni successive. I soggetti sono per lo più paesaggi. “A me piacciono quelli con la neve” dice una. Anche a te, infatti non vorresti essere al Lingotto ma su un qualunque pendio immacolato. “Ma non sapevo nevicasse tanto in Giappone…” E cavoli, qui non ce n’è per nessuno, puoi confondere un Van Gogh con un Picasso, ma sulla neve non ti fregano e allora butti lì la tua chicca di cultura: “La neve in Giappone è abbondante, è spesso meta di sciatori e scialpinisti da tutta Europa, forse meno popolare che il Canada solo perché il viaggio è più lungo arrivarci e i giorni di sole sono davvero pochi, pare faccia spesso brutto…” Lo dici così, con un pathos da astinenza dallo sci che nessuno capisce ma tu scì.

Ogni sala ha un pannello esplicativo, ben scritto e dettagliato che guida la tua attenzione sulle opere selezionate. Sono tutte piuttosto piccole, ma affascinanti, precise nei loro dettagli. Anche la grande onda è piccola, ma…

Randagia, che ogni cosa può cambiare.

Diario di un ginocchio stropicciato #3