Tutti gli attori hanno paura

Basta con corsi di lingua e arti varie. Quest’anno hai deciso di fare qualcosa di divertente, dove il senso di squadra fosse fondamentale. Ti sei iscritta ad un corso di improvvisazione teatrale.

Brava, peccato non aver tenuto conto del gran difetto di un corso del genere: lo spettacolo finale, aperto al pubblico. Hai esperienze pessime in merito.

5 anni. Recita di natale all’asilo, non sai dove posizionarti e urli “Suor Natalia, va bene qui?”. In quel momento tuo padre si e’ rasserenato, non dovra’ preoccuparsi che la sua bambina finisca nei giri lussuriosi degli attori.

8 anni. Saggio di danza classica (du palle). Tutte in tutu’, tutte in fila, la capofila si sposta a destra invece che a sinistra, e ti esprimi con il piu’ classico dei gesti italiani, quello di unire tutte le dita al pollice,
con l’espressione che dice “ma che fai?”

35 anni. Mentre colleghi e amici vanno a recite di figli vari, ti trovi li’ che la recita devi farla tu. Auguri. Prima non volevi dirlo a nessuno, poi, durante il corso ti sei divertita un sacco, hai pensato “Ma chissene”.
E l’hai detto, a molti, non a tutti, ma a molti.

3 Luglio.Il giorno viene, e per l’occasione ti spacchi anche un dente, che culo! Tu e gli altri personaggi in cerca d’autore siete un po’ agitati. Ogni sms che arriva dicendo “mi spiace, proprio non ce la faccio a venire stasera!” ti strappa un sorriso e un respiro di sollievo: uno in meno con cui fare figuracce!

Dai andiamoci a cambiare. Tutti vestiti di nero. Io e Clair abbiamo la scena da bordello, da mettere in mostra le
tette, solo ci fossero. Ricordo quando abbiamo provato la scena la prima volta “Clair, reggiseno imbottito per l’occasione…” e lei:”Ce l’ho gia’, non si vede???”. Proprio quelle giuste han preso.
Ovvio che il reggiseno imbottito per l’occasione l’ho portato, peccato sia bianco, quando tutti dobbiamo essere vestiti di nero:”No Randa, non puoi, si vede…”. Tacuma bin: mettiamo quello nero da palestra, che appiattirebbe la Pamela, figuriamoci me.

Sono le 9, lo spettacolo dovrebbe iniziare, e di ospiti nessuno. Ma erano la star che dovevano farsi attendere, oppure era il pubblico? Chi lo sa. Ritardo accedemico. Arrivano i primi due amici: “Randa, ma allora di
che parla sto spettacolo? Randa, ma che spettacolo e’? Randa, ma siete solo voi del primo anno o anche altri? E sono spettacoli diversi?”
Eccheccavolo, gia’ non siamo dei professionisti, se ancora ti dico la trama e tutto, che rimane da guardare? Andate a sedervi e ciau. Poi e’ il turno della Molly, con le altre amiche “Sei agitata eh? Eh, si vede che sei agitata!!”. E te si vede che sei stronza, ma vatti a sedere no!! “Ci vuoi mandare via, eh? Ma no dai, ci facciamo una
sigaretta, allora di che parla sto spettacolo? Che genere? Che trama? Ah, come sei nervosa…”
E intanto mi chiedo: ma se e’ vero che gli amici si scelgono, non avro’ forse sbagliato qualcosa? Alla fine sbatto
dentro anche loro.
La tensione scema un po’, poi ecco arrivare Pac.
Oddio, penso io, questo mi prende sempre in giro, figurati se stasera mi risparmia… E invece no, arriva, saluta, facendo un cenno che io interpreto come: “Io entro, tranquilla ti lascio in pace, ci si parla dopo!”. Ma allora sei un grande! Accompagnato da discreta gnocca, peraltro.

E poi via, lo spettacolo inizia. Parte il monologo di Fabietto, un ragazzetto d’altri tempi, tutto gentilezza e simpatia, ma con una voce in scena che potrebbe star bene su Bud Spencer. Dietro le quinte (che e’ uno spasso, un vero spasso) senti tutto e vedi niente, e intanto prepari…

Abbiamo la parodia di Romeo e Giulietta. A Romeo bisogna legare al braccio il testo della parte, o si perde. Certo Romeo, avessi i muscoli di Schwarzy, sta roba sterebbe su meglio, invece di scivolare sulle braccia, ma vabbe’… Vanno Romeo e Giulietta, e il clima si scalda, siamo tutti felici.
Solo la nostra Giulietta, quando rientra non e’ soddisfatta “Ajo, Giulietta nonn e’ piacciutta”. E tutti a tirarle su il morale, a dirle che si sbaglia (e infatti si sbagliava, mica contiamo balle). Miss Luise, che si era truccata con una trousse che neanche Liza Minelli ai tempi d’oro, ci delizia dall’esperienza dei suoi 60 anni con dei Boia Faus da manuale, che nonostante le sue iniziali perplessità, conquistano le risate del pubblico…

Il resto scorre, non ti spieghi neanche tu come, ti ricordi le battute, se le ricordano anche gli altri, e quando uno scazza, l’altro rimedia. L’adrenalina sale, e ci mettera’ ore a scendere. E intanto ti diverti, ti diverti abbestia. Ogni tanto riconosci l’inconfondibile risata della Molly, che da’ coraggio.
Siamo praticamente alla fine, tocca andare tra il pubblico… passi le prime file, amici fidati o completi
sconosciuti. Nelle retrovie, gli amici a sorpresa, quelli che magari non hai invitato tu, quelli che “No… pure tu?” ma ormai potrebbe esserci anche Brad Pitt che non ti farebbe effetto: abbiamo praticamente finito, non abbiamo sgarrato, la gente ha riso, siamo dei grandi. Come quelli di Cavour “Gnun ai loda, as lodu da lur…”
Ti siedi tra il pubblico, il palco ora e’ dei ragazzi dell’anno successivo
e intanto pensi “Col cavolo che lo rifaccio uno spettacolo in due tempi… mo mi tocca star qui, con le amiche del giorno: Adrenalina e Agitazione, finché non tocca tornare la’…”
Uno di quelli che “No, pure tu?” mi chiede “Hai finito?”, mento “Sì”. Mi viene vicino e
mi fa “Bello eh, ma qual era la trama?” L’avrei ucciso, la verita’.

Poi lo spettacolo finisce, gli inchini di rito, e poi via, a vedere da vicino le reazioni degli amici. Beh, non stanno sbadigliando è già qualcosa. E anche stessero sbadigliando, a ben pensarci te ne importerebbe poco: e’ stato uno spasso farlo, e l’abbiamo fatto per noi, piu’ che per loro, la verità. E secondo me, lo rifaremo.
Eccome se lo rifaremo. Il corso piu’ divertente che abbia mai fatto, col cavolo che pianto li’: alla faccia di Stanislavsky! Qualcuno mi chiede “Ma Giulietta e’ sarda? Troppo carina!”. Sapevamo noi.

A mente serena poi inizi a pensare “Mannaggia, a quello non l’avevo detto, all’altra non l’ho confermato…”. Aspetta me, mister IoLeDateMeLeRicordoTutte non c’era: parte l’sms “Non sei venuto, e non sto parlando di sesso”. La risposta e’ sintetica “Completamente dimenticato. Quanti erano i voyeur? E non sto parlando di sesso.”

Randagia, che chissà quanti saranno stati i voyeur…

Il corso è stato organizzato dall’associazione Artemuda.