Signor Enrico
Già quando sei all’ASL non ti stai propriamente divertendo, ma quando esci e vedi quel foglietto che sa di multa sotto il tergi, ti vengono le espressioni meno femminili. Cosa avrai sbagliato, stavolta? Prendi e leggi:
“Non ho potuto fare a meno di notare la sua luce, il suo viso sfiorato da pallidi raggi di sole che mi incanta con la sua fragile tenera serità di fanciulla in fiore.
Sig. Enrico 3921234567”
Ti guardi intorno, niente. Uno spasimante. Uno spasimante che ti dà del lei? Meglio una multa. Rileggi: ma dove li avrà visti i pallidi raggi di sole? Ci son quaranta gradi e si schiatta… fanciulla in fiore? Io che intravedo i quaranta? Un bocciolo proprio. Ma Signor Enrico, che stronzate scrive? Guardi che ha sbagliato macchina. Adesso lo chiami, e glielo dici, che si ride un po’. Intanto rileggi. Riguardi. Ma questo è fatto in serie: è un biglietto fotocopiato! Che fa, Signor Enrico? Piglia per il culo? Piano piano inizi a capire: questo è un poverello che sta qui al parcheggio, e appena una donna da sola parcheggia, sia una 18enne in fiore, o una vecchia megera, lui PLAP! molla giù il biglietto sotto il tergi. Per la legge dei grandi numeri, vuoi che qualcuna non ci caschi? Magari qualcuna con qualche diottria in meno che non coglie il trucco della fotocopia …
Arrivi a casa, leggi i messaggi sulla chat:
Fabio, 21 anni:“Buongiorno! Mi chiamo Fabio, spero di non disturbarla!
..Sicuramente si starà chiedendo: “Chissà che diavolo vuole questo gagnetto da me!?!”
Più che altro ti chiedi che diavolo è quest’epidemia del Lei, che avrebbe fatto tanto piacere a tua nonna, che non c’è più. Come il Lei, appunto.
Randagia, che a volte ritornano