Mutazione augurale

8 Luglio 1982. Tua madre ti annuncia:“Bambin, una lettera per te”. La apri. Paperina soffia sulla sua torta. Caratteri cubitali e coloratissimi, scritti probabilmente con i Carioca. O le poste funzionano alla grande, o la tua compagna di scuola si è mossa in discreto anticipo.

16 Luglio 1990. Driin Driin. Ti precipiti al telefono e alzi la cornetta.
-Pronto?
-Auguri vecchiona!
-Chi parla?
-Sono Laura non mi riconosci?!
Chiacchierate a lungo, finchè tuo padre decide di salvare la famiglia della tua amica dal lastrico e ti chiede di mettere giù prima che arrivi il prossimo, di compleanno.

16 Luglio 1998. Tiritin. Il display si illumina, “mamma”. “Ciao Bambin, auguri!”. Non si capisce come, gli anni passano, ma sempre Bambin ti chiama. Tiritin. Il display si illumina, “Laura”. Il gioco del chi parla non si può più fare. Fate due chiacchiare, non vi sentivate da un po’. Tiritin “Luca”. Quel figo di Luca. Due battute, almeno stavolta ha la scusa buona per chiederti di uscire, vedi che esistono i ragazzi che si ricorda le date?

16 Luglio 2008. TocToc. TocToc. TocToc. I nomi si avvicendano di fianco alla bustina, sul display perennemente illuminato. Le telefonate, solo da tua madre e quel paio di amici veri.

16 Luglio 2010. TocToc. Il display si illumina con qualche SMS di auguri. Su Facebook, la bacheca è piena. E tutti gli uomini dell’era facebook hanno miracolosamente iniziato a ricordarsi le date. Le telefonate, solo da tua madre e quel paio di amici veri.

16 Luglio 2011. TocToc. Bacheca piena. Le telefonate, solo da quel paio di amici veri. Tua madre, pensionata in perenne vacanza, è all’estero, e telefonare “a custa”.

randagia, al giro di ruota