Ferie forzate. Capita in questi periodi di crisi. Messaggio inaspettato: “Mi forzo le ferie anche io e ferratina?”. Meraviglia. Destinazione Rocca dei Corvi, una rocca sul fiume Mongia: oggi, solo un corvo a tagliare il cielo. Un ponte tibetano, un tratto verticale, un angolo storto, ma facilmente in cima. Una ferrata con il libro di vetta, su cui lasciare due boiate scritte a segnare il tuo passaggio. Qualche foto, qualche chiacchiera. Con un accenno di delusione misto rimpianto, ammetti: “Sai, quando ho iniziato avevo paura tutte le volte, era bellissimo, quest’anno meno, non ho più quell’eterno pensiero che se manco l’appoggio sono fottuta. Un po’ mi spiace.” E lui ascolta e sorride, ti lascia parlare. “Sa, scendiamo? La discesa è un po’ scabrosa, vuoi la corda?” Lo guardi come dire “Ma minchia, mi ascolti quando parlo? T’ho detto che non ho più strizza!” e invece educatamente dici “Scabroso? No dai, proviamo senza”. Non c’è un sentiero a scendere, si disarrampica. Un passo titubante, trovi l’appoggio, un passo un po’ più deciso. Scabroso, sì. “Randa, tutto ok?” Scendi un altro passo, ma qui un appoggio dove lo trovi? Cerchi. Non trovi. No dai, non dovrai mica scendere di braccia? Ed eccola lì, quell’emozione, quella strizza, quel “Ciao mamma, guarda come mi diverto!”. Lui continua a sorridere. Il bastardo. Senza più chiedere, dallo zaino escono una corda e un paio di moschettoni, dal volto un ghigno divertito: “E prova sta emozione della corda!?” E proviamola. Con una corda legata in vita, finisci anche per fidarti delle braccia, che se cedono loro, c’è lei. E si scende. Da sotto poi, gli appoggi si vedevano. Il solito dannato senno di poi. Intanto quella sensazione di delusione misto rimpianto è svanita, ha lasciato il posto all’adrenalina, ai battiti a mille che pian piano scendono, mentre scendi anche tu. Oggi più che mai sai che Quino aveva ragione: quando ormai sai tutte le risposte, ti cambiano le domande. L’uomo con la corda ha smesso di sorridere, ora ride proprio! Ti sei giocata un po’ di dignità, ma ci ridi su: alla tua età l’orgoglio non è più in cima alla lista. Forzate o no, di sicuro non son state ferie sprecate.
Meritato pranzo da Walter, a Viola St. Gree. Gli antipasti vanno abbondanti, i gnocchi alla bava sono troppi, ma basta chiedere, e te li lasciano portare a casa, esattamente come da mamma.
Randagia, che le risposte non le sai mai tutte.
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