cose da vedere e fare A valencia

Autorevoli siti elencano “Le 10 cose da vedere a Valencia” o “Cosa vedere a Valencia in 3 giorni”. Questo blog si limita a elencare le cose che più sono piaciute a chi scrive.

1. I giardini del Turia

Valencia è nata sul fiume Turia in tempi molto remoti. L’ennesima esondazione del fiume che ha portato all’allegamento di Valencia nel 1957 ha decretato la deviazione del fiume stesso fuori dalla città. Troppe inondazioni, troppi danni e allora deviamolo questo fiume che sì ha concesso alla città di nascere e prosperare, ma ora rischia di farla morire.

Non vogliamo grigio, vogliamo verde

E così hanno fatto, hanno deviato il fiume. Subito qualcuno ha proposto di costruire un’autostrada nello spazio guadagnato, ma le proteste dei cittadini sono state forti e lo slogan “Non vogliamo grigio, vogliamo verde!” ha avuto la meglio. E ora la città può vantare la presenza dei Giardini del Turia, un “lungo” parco verde che ha sostituito il fiume. Oltre ad essere lungo è anche largo quanto basta da dare spazio non solo ai percorsi per i pedoni, ma anche ai corridori, ai tantissimi corridori.

Ci siamo capitati in una giornata festiva e ci siamo chiesti: ma ogni singolo valenciano corre? Chi in un senso chi nell’altro, chi velocissimo chi più lento di noi turisti, da solo o in gruppo, con calma o in affanno. Sono tantissimi. Esiste proprio un percorso solo per chi corre e noi pigri pedoni dobbiamo starne fuori, come le bici dall’autostrada, si vede anche dalla segnaletica.

Percorso runners nei Giardini del Turia, da notare la segnaletica.

Città delle arti e delle scienze

Una volta capito che possiamo camminare ovunque, ma non su quella pista allora sì che proseguiamo volentieri per i nostri 5 chilometri fino alla città delle scienze. Il popolare Calatrava è venuto qui ad arricchire la parte finale dell’ex-fiume, con le sue architetture originali, tra maioliche, acque e forme singolari.

Le costruzioni di Calatrava ammirate dall’Oceanografic

E sì, la visita all’Oceanografico merita: spendiamo il resto della giornata tra meduse, delfini e uccelli rari e variopinti che mi autografano lo zainetto.

2. Il Parco Gulliver

Casualmente siamo in questa città per il mezzo secolo di quello della coppia che non sono io. Si può festeggiare con una cena a base di paella, ma come si capisce se si legge il seguito, meglio di no. Si può festeggiare con un romantico giro in barca nella riserva di Albufera, oppure? Oppure si può semplicemente fare quello che il festeggiato vuole fare: “Andiamo al Parco Gulliver?“. Un’attrazione non particolarmente pubblicizzata, almeno non per gli adulti. L’abbiamo visto il giorno prima, passeggiando nei giardini della Turia, ma avevamo altre mete, oggi invece torniamo apposta per lui, tanto con i bus di valencia si fa in un attimo, come ti spiego in seguito se hai pazienza di leggere fino in fondo.

Parco Gulliver visto dall’alto (fonte https://www.visitvalencia.com/)

Valencia con i bambini

Ad accesso gratuito ma controllato, nei giardini della Turia, il Parco Gulliver custodisce un enorme Gulliver steso a terra, immobile e noi piccoli, o grandi, Lillipuziani lo andiamo a trovare: divertenti scale, corde e scivoli. E’ aperto ad adulti e piccini, perché gli adulti devono poter accompagnare i bambini. Io ovviamente accompagnavo. L’alpinista in vacanza non può resistere quando vede una corda, sia essa semplice o a quadrati: in fondo sono i percorsi dove ci sono meno bambini e si saltano meglio le code. Io in qualità di accompagnatrice devo seguire lo stesso percorso, mentre i bambini veri che vogliono imitarci vengono fermati dai genitori veri “son per majores“, ah beh se son per majores, e non seniores allora salgo. Qualcuno chiede al socio: “Ma fai salire anche lei? Che fai, la alleni?”. Sempre simpatici gli italiani all’estero.

Parco Gulliver – Corde per majores

E’ stata l’unica occasione in cui noi, non necessariamente amanti dei bambini, abbiamo tollerato senza neanche accorgercene tutti gli schiamazzi dei bambini. Anzi forse sono stati i bambini a dover tollerare gli schiamazzi nostri sugli scivoli più divertenti.

3. Il Trasporto Pubblico a Valencia

Era dai tempi della Svezia che non apprezzavo un trasporto pubblico così efficiente. Certo qui non hanno bisogno del riscaldamento alla fermata del bus, ma è un dettaglio.

Arriviamo all’aeroporto all’alba, questi sono gli orari dei voli low cost o meglio: questi sono gli orari in cui esistono ancora voli low cost. Abbiamo acquistato online la Valencia Tourist Card che coprirà esattamente le 72 ore che intendiamo trascorrere nella città e la ritiriamo nella sua classica versione “card” a un totem ben in vista nell’aeroporto. Con 22,5 euro abbiamo i trasporti per tre giorni. In 5 minuti. (Ottobre 2023)

In centro e in giro con i bus: quasi ad ogni fermata un display indica il tempo di attesa per il prossimo bus, raramente superiore ai dieci minuti. Certo noi abbiamo fatto solo tratte turistiche, quindi non possiamo dire per l’intera città ma se la prima impressione è quella che conta…

La metropolitana si ferma intorno alle 23 in settimana, mentre non abbiamo capito bene se continua tutta la notte o solo fino alle 24 nei weekend, cioè venerdì e sabato. Ci è stata utile il venerdì, per arrivare all’aeroporto dopo cena.

4. LA PAELLA e il pesce A VALENCIA

La Paella Valenciana è famosa in tutto il mondo, magari qualcuno crede sia di pesce, ma tutti l’hanno sentita nominare almeno una volta e quindi, se arrivano fin qui, la vogliono “assolutamente” provare. E qui ti aspetta la fregatura. La prima sera siamo incappati in un risotto con qualche pezzo di pollo, senza infamia senza lode. La seconda sera proviamo la Paella di Mariscos che, dopo oltre 40 minuti di attesa, ci viene servita fredda, non devo neanche sfoderare il mio miglior spagnolo per lamentarmi, ci mandano direttamente la cameriera italiana e qui sbagliano, perchè a questo punto a lamentarmi non sono io ma la mia non troppo dolce metà. Con la benedizione del personale di sala, usciamo senza pagare e scopriamo che hamburger e patate di Five Guys non sono niente male, anche se a Torino non sono ancora arrivati.

Appuriamo che i migliori ristoranti sono solitamente chiusi la sera in settimana. Infatti è solo la terza sera, un venerdì appunto, che la fortuna ci assiste. La smettiamo di ostinarci con la Paella e La Lonja del Pescado colma la nostra voglia di pesce. E’ solo un po’ difficile da gestire per lo straniero medio che non conosce bene lo spagnolo: il menu non presenta traduzioni, ma anche ordinando a scatola chiusa non si rimane delusi. Abbiamo mangiato i pimientos del padron, che mi fanno sognare ogni volta, ottime puntillas fritte e il pulpo a la feira, con le patate. Tutto servito in 5 minuti su tavoli senza fronzoli.

Un Menu che lascia molto alla traduzione ma non delude!

Randagia, che aspetta il prossimo viaggio

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